Impossibile che la legge elettorale vada all’esame dell’aula lunedì 27 febbraio, come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, dunque la commissione Affari costituzionali chiede più tempo per proseguire i suoi lavori. Lo ha scritto il presidente della prima Commissione, Andrea Mazziotti, in una lettera inviata alla presidente della Camera, Laura Boldrini. Nella riunione di oggi dell’ufficio di presidenza della stessa commissione si è inoltre stabilito che entro giovedì 23 febbraio vengano consegnati i nominativi e i temi da sottoporre agli esperti che saranno chiamati in audizione. Le audizioni inoltre dovrebbero prendere il via da venerdì della prossima settimana, ossia il 3 marzo. Il calendario dei lavori, però, ha precisato Mazziotti, potrebbe subire delle modifiche a causa del concomitante esame di alcuni decreti, come quello sulla sicurezza, che è stato assegnato alla Affari costituzionali in congiunta con la commissione Giustizia.
MELINA Il M5s però accusa i partiti di continuare a fare “melina”. “La verità – affermano in una nota – è che non vogliono farci votare per arrivare a maturare la pensione a settembre. Come volevasi dimostrare, infatti, dopo un’indegna melina del Pd e degli altri partiti che sostengono il governo, è slittata la data del 27 febbraio per l’arrivo in aula della discussione sulla legge elettorale”. Emanuele Fiano ribatte però alle accuse. “Il Pd in queste settimane – precisa in una nota – non ha mai chiesto di far slittare la data di arrivo in Aula della legge elettorale, non ha chiesto audizioni, non ha chiesto il rinvio della discussione. Ha chiesto di far partire la discussione su una proposta di legge a prima firma Nicoletti che ricalca il cosiddetto Mattarellum e si è detto disponibile a lavorare in qualsiasi giorno della settimana. Sono altri gruppi politici di opposizione che, legittimamente, hanno chiesto di attendere i deposito della sentenza della consulta e l’analisi di quella sentenza. Dunque, per il rinvio della data del 27 febbraio, i 5 stelle si rivolgano ad altri. Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali della Camera Emanuele Fiano.