Politica

Legge elettorale: maggioranza divisa, numeri risicati su testo Brescia

Il proporzionale con sbarramento al 5% frutto dell’accordo di maggioranza pre-Covid ha numeri risicati alla Camera e non ce li ha affatto al Senato. Al testo elaborato dal presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, Giuseppe Brescia, mancano infatti i voti di Leu – e si sapeva dal lontano 8 gennaio, giorno dell’intesa siglata senza l’ok di Loredana De Petris e Federico Fornaro – e quelli di Italia Viva che invece da gennaio ha cambiato idea e da qualche settimana pubblicamente va dicendo per bocca del suo leader Matteo Renzi che il sistema di voto da opzionare deve essere maggioritario. E ora che pure Forza Italia si è spostata sul fronte maggioritario insieme al resto del centrodestra, il Germanicum di casa nostra rischia di non vedere la luce. “Il testo è un punto di partenza. Ci sarà modo di fare sintesi”, assicura Francesco Forciniti, M5s, relatore del testo insieme al dem Emanuele Fiano.

Nonostante le divisioni nella maggioranza e un pallottoliere impietoso, l`obiettivo di Pd e M5s resta quello di portare la legge in aula alla Camera il 27 luglio come da calendario. Lo ha ribadito oggi il presidente dei deputati dem Graziano Delrio in una riunione di maggioranza sul tema, disertata da Italia Viva. E lo conferma anche Forciniti (M5s): “L`obiettivo politico, condiviso anche dai vertici, è andare in aula prima della pausa estiva. Se esattamente il 27 dipenderà dalla quantità di emendamenti che verranno presentati ma al massimo slitteremo di qualche giorno”. Eppure il tempo stringe. Oggi è saltato per la seconda volta nel giro di due giorni il voto sull`adozione del testo base: l`ufficio di presidenza della commissione ha deciso un nuovo rinvio a lunedì 20. “Lo slittamento è dovuto soltanto alla presentazione di una proposta da parte di Forza Italia”, spiega Forciniti.

Ma il pressing per un rinvio di tutta la pratica a dopo l`election day di settembre è forte. Non solo da parte dell`opposizione. Il renziano Marco Di Maio si augura che lo slittamento deciso oggi sia “propedeutico a una revisione completa del calendario dei lavori sulla legge elettorale; perché è del tutto evidente non solo che questa non può essere considerata una priorità urgente e indifferibile dei lavori parlamentari, ma anche che i tempi fissati per l’approdo in Aula il 27 luglio sono del tutto insufficienti”. A premere per un rinvio è anche l`opposizione, con Fi in prima fila che con la sua proposta di legge (un sistema misto con una componente maggioritaria che riprende il modello della legge attualmente vigente, pur con alcuni correttivi) ha contribuito a rallentare il timing previsto in Commissione. Il testo degli azzurri infatti non è ancora disponibile per l`abbinamento alle altre proposte presenti in Commissione perché manca l`ok finale della stessa Fi all`articolato uscito dagli uffici. Una tecnica dilatoria, secondo alcuni esponenti della maggioranza.

D`altronde Francesco Paolo Sisto non ha fatto mistero nella seduta di ieri della commissione della volontà degli azzurri di fare di tutto per rinviare: “Non comprendo una simile accelerazione dell`iter, non sussiste alcuna scadenza elettorale. Anzi si è in prossimità della votazione sul referendum confermativo sul taglio del numero dei parlamentari e sarebbe illogico elaborare con tanta fretta una legge elettorale senza conoscerne l`esito”. Sisto ha annunciato l`intenzione di “investire della questione il presidente della Camera, Roberto Fico, pregandolo di esercitare la propria moral suasion nei confronti del presidente della Commissione affinché le opposizioni siano poste nelle condizioni di discutere il provvedimento”.

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