Legge elettorale, parlamento siciliano nel pantano. Oltre 80 emendamenti
LA RIFORMA Cio’ che potrebbe far slittare la pausa estiva e’ pero’ la manovra correttiva dei conti 2016: da 4 articoli proposti dal governo, il testo e’ arrivato in Aula composto da 32 norme
Si annuncia all’Ars una settimana di controverse sedute d’Aula che potrebbero far slittare i termini dell’inizio della chiusura estiva, stabilita dalla conferenza dei capigruppo per il 10 agosto. Impantanata la riforma elettorale per i consigli comunali e i sindaci, di cui sono stati approvati a fatica ieri solo i primi 3 articoli, tra i quali quello del Pd, che fissa al 40% la soglia minima per evitare i ballottaggi nei comuni fino a 15 mila abitanti. Sabato in Aula, convocata prima per le 11 e poi in seconda battuta, i deputati della maggioranza hanno fatto mancare il numero legale. I lavori riprenderanno oggi pomeriggio, alle 16, ma sono ancora tanti gli ostacoli per la legge elettorale, come il doppio voto di genere che suscita agli uffici dell’Ars perplessita’ sulla compatibilita’ costituzionale delle norme proposte dalla maggioranza. Cio’ che potrebbe far slittare la pausa estiva e’ pero’ la manovra correttiva dei conti 2016. Nata come una manovrina che doveva servire a dare ossigeno a settori trascurati dalla Finanziaria, la legge che verrà esaminata fra oggi e domani è finita per diventare un mix di norme spinte dai partiti per dare risposte ai propri elettori.
Una sorta di legge mancia ferragostana. La norma dal peso maggiore è quella che riguarda i 144 ex dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit, Sicilia Innovazione e Cerisdi: “Questo personale – spiega Vincenzo Vinciullo, presidente della commis sione Bilancio dell’ Ars – finirà in un contenitore da cui attingeranno la Sas e l’ Irfis ogni volta che avranno bisogno di nuove risorse”. Molto più complicata è la questione che riguarda il mutuo per le Terme di Sciacca e Acireale. Si tratta di due società della Regione, in perenne crisi finanziaria, la cui vendita è sempre fallita. L’ ultima soluzione è quella del mutuo: “Anche se può sembrare incredibile – spiega ancora Vinciullo – i beni immobili delle Terme non sono completamente della Regione. L’ usufrutto è delle società (di cui la Regione è socia) e questo finora ha impedito la vendita perché nessun acquirente ha accettato una situazione simile. Col mutuo da 18,9 milioni autorizziamo la Regione a riacquistare l’ usufrutto”. I soldi serviranno alle società a coprire i debiti e a pagare il personale. Il mutuo verrà estinto in 29 anni e costerà nei primi anni fra i 542 mila e i 655 mila euro annui di interessi.
E sono 80 gli emendamenti presentati ad oggi. Il deputato dell’opposizione Nello Musumeci (LM) ha ricordato “La Conferenza delle regioni ha espresso la volonta’ di determinare il dissesto di comuni, consorzi e citta’ metropolitane dell’isola, siamo alla vigilia della paralisi amministrativa, eppure al parlamento regionale c’e’ chi si diletta a parlare di ballottaggi, trascinamenti percentuali di maggioranze sfiducia ai sindaci. Siamo alle allucinazioni”.