Un sistema maggioritario a turno unico, con un premio di maggioranza limitato. Queste le prime indicazioni sulla proposta di legge elettorale (da alcuni già ribattezzata “Bersanellum”) che la sinistra Pd presenterà domani. Sul progetto, messo a punto dal senatore Federico Fornaro e dal deputato Andrea Giorgis, non si conoscono al momento altri dettagli, né risulta che sia stato condiviso con il Pd o con altri partiti. “Non c’è stato nessun pre-sondaggio per una precisa scelta – spiega Fornaro -, vuol essere il nostro contributo per la ricerca di una soluzione parlamentare. La nostra idea è che possa avere un interesse a 360 gradi, anche per il Movimento 5 stelle, ad esempio”. L’obiettivo della sinistra è di discutere subito della legge, prima del referendum, e su questo Roberto Speranza e i suoi attendono un “segnale” da Matteo Renzi e dalla maggioranza del partito. Segnale che, però, difficilmente arriverà, almeno su piani effettivamente concreti. “L’Italicum è una buona legge elettorale – ripete Renzi in pubblico e in privato -. A me pare di non vedere una maggioranza per una diversa legge elettorale però se ci sono i numeri si può cambiare in Parlamento”.
A di là della maggioranza Pd, però, a chi può interessare la proposta della sinistra Dem? Poco, vien da dire, al Movimento 5 stelle. A parole i pentastellati definiscono “uno schifo” (Alessandro Di Battista) l’Italicum, che però al momento sembra essere un sistema a loro favorevole in caso di elezioni. Una proposta di legge elettorale i grillini l’avevano presentata: il “Toninellum” (studiato dal deputato Danilo Toninelli) è però un proporzionale sul modello spagnolo, fortemente corretto grazie ad alcuni meccanismi che farebbero scattare soglie di sbarramento implicite piuttosto elevate. Forza Italia ufficialmente non intende parlare di legge elettorale prima del referendum anche se negli azzurri c’è un interesse a rivedere l’Italicum, in primo luogo per il timore di una vittoria del M5s. Anche la Lega potrebbe non essere insensibile a un ritorno a un maggioritario sul modello del “Mattarellum”, ipotesi su cui ormai nel 2013 si era espresso lo stesso Roberto Calderoli, “padre” del Porcellum. Sicuramente interessati a rivedere la legge, ma c’è da capire come, sono i partiti minori, che dall’Italicum rischierebbero di essere spazzati via. Insomma, spazio per una discussione ci sarebbe, ma con la pausa estiva alle porte e la campagna elettorale che monopolizzerà il dibattito alla ripresa, appare difficile ipotizzare che il confronto sulla revisione (senza mai averlo usato) dell’Italicum possa diventare concreto prima del referendum.