Legge tedesca molto italiana, ecco il Germanichellum. Mdp a richio firme

Legge tedesca molto italiana, ecco il Germanichellum. Mdp a richio firme
5 giugno 2017

Liste bloccate elette con la proporzionale per assegnare il 60% dei seggi della Camera e del Senato. Collegi uninominali maggioritari riservati a candidati collegati alle liste bloccate per il restante 40%. Sbarramento al 5% nazionale per tutti. Almeno 40% di donne candidate alle Camere. Voto unico su unica scheda per ciascun ramo del Parlamento. Niente pluricandidature e accesso prioritario al seggio per chi vince nei collegi rispetto ai capilista della proporzionale. E’ l’identikit del “Germaninchellum”, la nuova legge elettorale frutto del patto Pd-M5s-Fi-Lega che comporta anche elezioni anticipate in autunno che ha ottenuto il primo via libera dalla commissione Affari costituzionali di Montecitorio presieduta da Andrea Mazziotti e che Renzi, Grillo, Berlusconi, Salvini vorrebbero già fra un mese al Quirinale sul tavolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

MDP A RISCHIO FIRME In merito alla raccolta firme per partecipate alla competizione elettorale, Mdp e’ a rischio. Infatti, il Movimento democratico progressista, dovra’ raccogliere in piena estate le firme per poter partecipare alla sfida elettorale, nel caso si dovesse andare ad elezioni anticipate in autunno. E’ ‘salva’ invece Alternativa popolare, che viene esentata dalla necessita’ di raccogliere le firme. E’ quanto prevede il testo del ‘Fianum’, il sistema elettorale proporzionale frutto dell’accordo tra Pd, M5S, FI e Lega, licenziato oggi dalla commissione Affari costituzionali della Camera. Con il via libera ad un emendamento, infatti, la commissione ha esteso anche al Senato la norma valida per la Camera relativa alla raccolta delle firme necessarie per potersi presentare alle elezioni: la data di riferimento e’ quella che era stata stabilita’ per l’Italicum, ovvero l’1 gennaio del 2014. Con il voto di oggi, quindi, non dovranno raccogliere le firme tutti quei partiti che hanno un gruppo parlamentare alla Camera o al Senato a partire da quella data. Cio’ significa, ad esempio, che Mdp – nato dopo la scissione dei bersaniani e di altri ex Sel dal Pd e da Sinistra italiana, a febbraio – se vuole presentarsi alle urne dovra’ raccogliere le firme. Stesso destino potrebbe riguardare anche Civici e Innovatori, nati dalla scissione di Scelta civica. Si tratta di una data, pero’, che crea molto malumori e lo stesso relatore, Emanuele Fiano, ha lasciato aperto uno spiraglio sulla possibilita’ di venire incontro ai nuovi ‘piccoli’ nati dopo il fatidico 1 gennaio 2014. Ma dal Pd non arriva al momento alcuna garanzia che durante l’esame in Aula la data sara’ modificata: “Verificheremo – si limita a dire Fiano – se ci sono le condizioni per un’estensione della data relativa alla raccolta delle firme”.

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MARATONA DI 3 GIORNI Dunque, primo via libera al Germanichellum, la nuova legge elettorale mutuata dal sistema proporzionale tedesco con forti correttivi all’italiana frutto dell’intesa politica raggiunta fra le quattro principali forze politiche: Pd,M5s, Fi e Lega. La commissione Affari costituzionali della Camera, infatti, ha approvato per alzata di mano il mandato al relatore Pd Emanuele Fiano a presentare da domani in aula la riforma. Contro la nuova legge elettorale restano per ora schierate invece le forze parlamentari minori: i centristi di Alternativa Popolare, Scelta Civica, Ala, Civici innovatori, la destra di Fratelli d’Italia, la sinistra di Mdp-articolo1 e di Sinistra Italiana. La maratona di votazioni in commissione alla Camera sulla riforma elettorale iniziata sabato scorso alle 15 è durata per 3 giorni: un totale di 16 ore di confronto e alzate di mano. Pochi ma compatti i sì da Pd-M5s-Fi-Lega alle riformulazioni comuni proposte dal relatore Fiano,molti i loro stessi no agli emendamenti di Ap Mdp Si Fdi Sc Civici e Innnovatori e ai loro interventi a ripetizione sul filo dell’ostruzionismo. Altrettanto rapido e intenso di quello in commissione è il prossimo rullino di marcia voluto da Pd-M5s-Fi-Lega. Gli emEndamenti per l’esame in assemblea che inizia alle 12 è fissato per le 11 di domattina: un’ora prima della seduta. Si andrà quindi avanti no stop fino al più tardi a giovedì 8 giugno (ma c’è chi prospetta di chiudere mercoledì sera) quando, grazie ai tempi contingentati, è sicuro che l’assemblea dovrà dare il suo via libera e trasmettere la nuova legge elettorale al Senato. Dove, stando al super-patto a quattro, il voto finale dovrà arrivare entro la settimana che si conclude l’8 luglio: un mese esatto da giovedì prossimo. Due le incognite che spingono Pd-M5s-Fi e Lega a tenere il piede accelerato: il timore che per il super-patto può correre nelle votazioni segrete già in aula alla Camera, i numeri mai sicuri del Senato.

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LA RIFORMA IN 14 PUNTI 

1)SOGLIA DI SBARRAMENTO AL 5% NAZIONALE – Sono eletti in Parlamento solo deputati e senatori collegati sulla scheda a liste di candidati che superino il 5% nazionale di consenso.

2) UN SOLO VOTO, UNA SOLA SCHEDA, UNA SOLA CROCE – L’elettore italiano riceverà due schede: una per votare alla Camera e una al Senato. Su ciascuna di esse dovrà mettere una sola croce che attribuirà al contempo il voto per il candidato nel collegio uninominale e per la lista proporzioinale con il suo stesso simbolo.

3) 60% PROPORZIONALE E 40% MAGGIORITARIO – La nuova legge elettorale è per il 60% proporzionale e per il 40% maggioritaria.

4) 60% CANDIDATI UOMINI E 40% DONNE IN COLLEGI,ALTERNANZA IN LISTE Ogni forza politica dovrà presentare nei collegi uninominali non meno del 40% di candidature femminili. Nelle liste bloccate per l’elezione con la proporziale si dovranno alternare candidati donne e uomini. La parità genere deve essere rispettata tanto alla Camera come al Senato.

5) 232 COLLEGI UNINOMINALI ALLA CAMERA, 112 AL SENATO – Alla Camera i collegi uninominali assegnati con il maggioritario saranno 232 (1 in Val d’Aosta e 6 in Trentino Alto Adige previsti da norma ad hoc + 224 in palio nelle altre Regioni secondo la rispettiva popolazione). Al Senato saranno 112.

6) 398 SEGGI CAMERA E 203 SENATO ASSEGNATI CON LA PROPORZIONALE I seggi che saranno asegnati con la proporzionale saranno 398 alla Camera e 203 al Senato.

7) 28 CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI PER ASSEGNARE SEGGI PROPORZIONALI L’Italia viene suddivisa in 28 circoscrizioni elettorali per l’assegnazione dei seggi della quota proporzionale.

8) LISTE DA 2 A 6 CANDIDATI NELLE CIRCOSCRIZIONI PROPORZIONALI I candidati nella quota proporzionale nelle 28 circoscrizioni territoriali saranno indicati dai partiti in liste che possono avere un minimo di 2 e un massimo di 6 candidati.

9) CHI VINCE LA SFIDA NEL COLLEGIO ENTRA IN PARLAMENTO Nei collegi vince il candidato che prende più voti. Chi vince nei collegi è sempre eletto in Parlamento, alla sola condizione che la lista di partito a cui è collegato abbia superato lo sbarramento del 5%.

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10)CAPILISTA UN PO’ MENO BLOCCATI, ENTRANO DOPO VINCITORI COLLEGI Chi vince nei collegi entra in Parlamento con priorità rispetto a tutti i candidati del suo stesso partito indicati nella lista proporzionale. Solo dopo l’assegnazione dei seggi ai vincitiori nei collegi uninominali infatti saranno assegnati i seggi ai candidati nella proporzionale. Si seguirà l’ordine di candidatura in lista. I capilista saranno dunque i primi a entrare dopo i vincitori nei collegi.

11)CANDIDATURE PLURIME NO,POSSIBILE UN SOLO INCROCIO COLLEGI-LISTE Ci si potrà candidare in contemporanea solo in non più di un collegio maggioritario e una lista proporzionale. Non sarà possiibile candidarsi in più liste circoscrizionali.

12) ELETTI PRIMI SCONFITTI IN COLLEGI PER CHI NON NE VINCE NESSUNO Se una lista che supera il 5% non vince nessun collegio il primo a entrare in Parlamento sarà il meglio piazzato fra i non eletti e non i capilista.

13) MENO FIRME E MENO BUROCRAZIA PER PRESENTARE LE CANDIDATURE – Viene semplificata la procedura per presentare le candidature al Parlamento e ridotto il numero di firme necessarie presentarle. Per le candidature nei collegi non serviranno firme essendo i candidati nell’uninominali collegati alle liste circoscrizionali. Per presentare una lista circoscrizionale invece serviranno 2.000 firme per le circoscrizioni fino a 500mila abitanti, 3.000 per quelle da 500mila a un milione, 4mila per quelle oltre il milione. Ma in caso di elezioni anticipate il numero di firme minime richieste è dimezzato.
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della nuova legge, inoltre, il Governo dovrà introdurre per decreto la sperimentazione della firma digitale per la raccolta delle firme.

14) ENTRATA IN VIGORE SPRINT PER LA RIFORMA – La legge dispone che la sua entrata in vigore sarà il giorno successivo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

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