Leggere libri appare un’arte in declino

22 maggio 2014

Sembra che leggere libri, soprattutto in alcuni paesi, sia una moda ormai passata, messa a impolverarsi nell’armadio come si fa con il jeans a zampa di elefante quando i pantaloni a sigaretta prendono il sopravvento. Secondo la World Culture Score Index tra i paesi che leggono di più al mondo riscontriamo l’India i cui lettori dedicano, in media, dieci ore e quarantadue minuti alla settimana alla lettura, seguono Thailandia e Cina. Molto più in basso si posizionano paesi ‘progrediti’ quali l’Usa, l’Italia o il Regno Unito. Per quanto riguarda il nostro paese, dallo studio emerge che in Italia il lettore medio dedica cinque ore e trentasei minuti alla lettura in una settimana.

Un precedente studio dell’Istat del 2009 aveva già portato alla luce dati allarmanti: distinguendo i lettori ‘deboli’ (che hanno letto meno di tre libri in un anno) dai ‘lettori forti’ (un libro al mese), ha rilevato come il 44,9% degli intervistati appartenesse alla prima categoria. Lo studio, metteva in conto diversi fattori, quali età, condizione lavorativa e regione di provenienza; inoltre, andando a indagare sulla composizione di biblioteche domestiche, è emerso che il 10,2% degli italiani non possiede alcun libro in casa. Dunque, sì: leggere libri è davvero un’arte in declino. “Non c’è bisogno di bruciare libri per distruggere una cultura: è sufficiente che la gente smetta di leggerli”: questa un’emblematica frase di Ray Bradbury, autore di Fahrenheit 451, romanzo di fantascienza ambientato in una società distopica dove possedere libri è un reato.

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