La riforma della legittima difesa si fara’ al Senato. Nella ‘gara’ tra i due rami del Parlamento a spuntarla, infatti, sara’ palazzo Madama. Le ragioni non sono politiche, ma solo temporali: la Camera e’ arrivata tardi, mentre i colleghi senatori avevano gia’ avviato l’esame di cinque diverse proposte di legge (una di iniziativa popolare, due di Forza Italia, una di FdI e una del capogruppo della Lega, a cui si e’ aggiunta una nuova proposta, sempre targata Forza Italia, che ricalca quella presentata a Montecitorio dalla capogruppo Mariastella Gelmini).
Il ‘padre’ della battaglia sulla legittima difesa, il leghista Nicola Molteni, dovra’ quindi ‘cedere il passo’ al collega di partito e presidente dei senatori, Massimiliano Romeo. Stessa sorte che tocchera’ alla leader di FdI, Giorgia Meloni, che proprio ieri ha illustrato alla stampa la sua proposta di legge presentata a Montecitorio lo scorso 23 marzo. Al momento la decisione non e’ ancora ufficiale. Tocchera’ direttamente ad Elisabetta Casellati e Roberto Fico dirimere la questione, ma in via informale fonti di Montecitorio spiegano che nelle prossime ore verra’ avviata la procedura formale di consultazione tra i due presidenti e il criterio base cui si fara’ riferimento e’ appunto quello temporale, ovvero fa fede la data di avvio dell’iter in commissione.[irp]
E la commissione Giustizia del Senato ha ufficialmente iniziato ad occuparsi della legittima difesa gia’ la scorsa settimana, mentre l’analoga commissione della Camera ha svolto solo ieri la relazione, dopodiche’ – viene riferito – la presidente Giulia Sarti ha comunicato di aver investito formalmente il presidente Fico della questione del ‘doppio’ iter. Tra l’altro, l’iter in Senato potrebbe garantire alla maggioranza tempi piu’ rapidi e un testo definitivo ‘blindato’. La commissione Giustizia del Senato, infatti, ha stabilito di esaminare le proposte di legge sulla legittima difesa in sede redigente, ovvero una volta approdato in Aula non sara’ piu’ possibile modificare il testo del provvedimento e l’Assemblea potra’ solo procedere con la votazione sui singoli articoli e con il voto finale.
Intanto continua la polemica politica, con il Pd che accusa la maggioranza di voler trasformare l’Italia in un Far West. Pronta la replica di Matteo Salvini: “Io non voglio piu’ pistole, ma disarmare i delinquenti e dare ai cittadini la possibilita’ di difendersi in caso di aggressione”, scandisce il titolare del Viminale. Anche il Guardasigilli assicura: “Non c’e’ nessun Far West. Lo ha detto Conte, lo abbiamo ribadito sia io che Salvini”, ricorda il pentastellato Alfonso Bonafede. Ma il segretario dem non demorde: “Vedo Salvini in difficolta’ nella difesa della sua legge Far West. Glielo ripetiamo ancora: siamo contro la legge dei pistoleri. Mettere piu’ armi nelle case significa rendere meno sicuri gli italiani”.