Legnini: toghe in politica non rientrino in magistratura

Legnini: toghe in politica non rientrino in magistratura
Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini
25 novembre 2017

“Le modalita’ del reingresso dei magistrati nei ruoli della magistratura dopo un’esperienza politica e di governo sono state oggetto di un’indicazione molto chiara del Csm da me totalmente condivisa”, ha detto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, nell’intervista pubblica con Panorama a Ragusa: “Se un magistrato decide di candidarsi al Parlamento o al consiglio regionale o di accettare un incarico di governo e’ bene che, al temine di questo mandato, non torni a fare il magistrato”. Poi Legnini ha dettagliato questa posizione: “I magistrati sono titolari di due diritti al pari di altri cittadini: l’elettorato attivo e passivo e il diritto di mantenere il rapporto di impiego precedente al mandato elettivo o all’incarico di governo dopo la cessazione degli stessi. Ma questo diritto si puo’ far valere facendo transitare il magistrato a fine mandato elettivo o incarico di governo in altri ruoli della Pubblica Amministrazione. Se il magistrato che liberamente sceglie di esercitare il diritto elettorale passivo, al termine va a fare il dirigente al Ministero della Giustizia, o va all’Avvocatura dello Stato non si viola alcun diritto costituzionale, ma si stabilisce una condizione. Abbiamo rilevato che il numero di magistrati parlamentari o al governo e’ minimo, quindi non c’e’ un problema quantitativo: il problema e’ quello della terzieta’ percepita”. Quanto alla terzieta’ percepita rispetto al magistrato che decida di scendere in politica, “la legge in discussione – ha proseguito Legnini – interviene stabilendo un distacco temporale e territoriale tra la fase dell’attivita’ giudiziaria e la candidabilita’ il che, se non risolve il problema, lo attenua fortemente, se si pretendesse di piu’ si arriverebbe alla conclusione anticostituzionale che non e’ mai possibile che un magistrato si candidi”.

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Sempre sul tema del rapporto tra magistratura e politica, “un magistrato – ha detto Legnini – puo’ andare in tv e rilasciare interviste, certo. Pero’ sa che la sua terzieta’, imparzialita’, deve essere sempre garantita. Non puo’ trasformarsi in un soggetto politico. Anche quando interviene per esprimere libere e legittime opinioni deve rispettare le regole deontolgiche. E’ difficile disciplinare per legge questa materia, che infatti non e’ regolata nel codice disciplinare, ma il problema si risolve con una cultura della funzione giurisdizionale che nel nostro Paese deve migliorare”. “Nel nostro Paese – ha proseguito Legnini – si puo’ essere convinti sostenitori del principio di legalita’, della assoluta indipendenza della magistratura, e nel contempo convinti sostenitori della cultura e del sistema delle garanzie. Chi ha contrapposto il garantismo alle esigenza di giustizia ha fatto un errore, le due cose debbono stare insieme. Abbiamo poi un principio costituzionale, introdotto da una delle poche riforme condivise da tutti: il principio della ‘ragionevole durata del processo’. Tutti dobbiamo agire per affermare quel principio. Fin quando non l’applicheremo fino in fondo e non vinceremo la battaglia di una durata accettabile di qualunque procedimento non avremo raggiunto un sufficiente grado di civilta’ giuridica nel nostro paese”. Sul tema degli organici, Legnini ha detto che “un mese e mezzo fa sono stati immessi in ruolo 360 magistrati in tirocinio e registriamo che negli ultimi mesi il ministero ha anche indetto un concorso straordinario ulteriore rispetto a quello ordinario gia’ in corso. Oggi sono 3 i concorsi che pendono per l’assunzione dei giovani magistrati, uno e’ nella fase degli orali, un altro e’ nella fase di valutazione delle prove scritte e l’altro ancora si svolgera’ lo scritto a gennaio. Il complesso di queste procedure dovrebbe essere sufficiente a coprire le scoperture dell’organico. Resta il problema della sfasatura temporale, perche’ i tempi per l’assunzione delle funzioni sono molto lunghi. Il deficit dei 1200 posti in meno era effettivo ma verra’ riassorbito, poi occorrera’ coprire i posti che si scoprono per le uscite fisiologiche dai ruoli”.

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