Cultura e Spettacolo

L’Elektra di Richard Strauss apre la stagione di Santa Cecilia

Un’opera dall’orchestrazione titanica, con una scrittura densissima e la potenza espressiva delle grandi tragedie greche: è l’Elektra di Richard Strauss, che il 18, 20 e 22 ottobre aprirà la stagione sinfonica 2022-2023 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, diretta da Sir Antonio Pappano. Una grande sfida per l’inizio dell’ultima stagione del maestro come direttore musicale di Santa Cecilia, dove Elektra viene rappresentata per la prima volta. All’Orchestra e al Coro dell’Accademia si affianca un cast d’eccezione con il soprano lituano Ausrine Stundyte nel ruolo di Elektra (interpretato, con grande successo al Festival di Salisburgo del 2020 e 2021 e alla Staatsoper di Amburgo), Elisabet Strid in quello di Crisotemide e Petra Lang come Clitennestra.

Antonio Pappano, Direttore Musicale Accademia di Santa Cecilia: “Questo pezzo di Richard Strauss è estremo, sotto tutti i punti di vista: di volume, di dettaglio, di emozione, di violenza, di cinismo, però anche di grande amore e di grande speranza, e questo fa sì che la ricchezza di questo teatro greco passa al pubblico, spero. Sono veramente felice di poter eseguire questo pezzo insieme alla mia orchestra e al coro, l’ultima inaugurazione come direttore musicale, allora è una cosa importante”. Nella storiografia dell’orchestrazione Elektra è fra le opere con l’organico più ampio della prima metà del Novecento, e l’orchestra – ampliata da strumenti inconsueti come lo heckelphon, il corno di bassetto e la tromba bassa, esprime una forza enorme che si somma alla forza narrativa della tragedia di Sofocle: il tutto è ulteriormente potenziato dalla forma di concerto, che fa arrivare musica direttamente al pubblico, con un effetto ancora più straordinario.

“Lo sforzo che dobbiamo fare tutti noi solo per eseguire le note, fa parte del gioco in qualche modo, fa parte del teatro della cosa. Questo teatro greco arcaico, originale, ruvido, violento, ma straziante, ci porta a riflettere sulla ricchezza delle nostra vita, di essere nella musica, e il pubblico che condivide queste cose”. Michele dall’Ongaro, Presidente-Sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia: “Sia titoli estremamente popolari, celebri, che riscopriamo, che novità, a volte anche assolute come prime esecuzioni assolute, quindi c’è il vecchio e il nuovo, ci sono compositori che vengono a dirigere la propria musica come Thomas Adès, un importante compositore inglese e anche direttore d’orchestra, ci sono debutti importanti, c’è una giovane pianista italiana, Beatrice Rana, che è un po’ nata a Santa Cecilia che è addirittura in residence con un suo progetto sulla famiglia Schumann: insomma c’è tutto per tutti con l’idea di raccontare e far scoprire questo miracolo che è la musica che ci circonda”.

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