L’ennesima giravolta di Salvini: “L’Euro è irreversibile”

L’ennesima giravolta di Salvini: “L’Euro è irreversibile”
Matteo Salvini
15 ottobre 2019

“L’Euro è irreversibile”. Non si stanca di ribadire il suo dietrofront, Matteo Salvini, sull’uscita dell’Italia dalla moneta unica. Un tema, quello dell’euro che, assieme a quello dei migranti, ha consentito all’ex vice premier di portare la Lega dal quattro per cento a oltre il trenta per cento. Ma ora, passo indietro. “Lo dico una volta per tutte, e poi spero che nessuno, dentro e fuori il mio partito, sollevi di nuovo questo tema – ha detto Salvini -. La Lega non ha in testa l’uscita dell’Italia dall’euro o dall’Ue. Lo dico ancora meglio, così i giornalisti smetteranno di alimentare fantasie strane: l’euro è irreversibile”. Più che “fantasie strane dei giornalisti” ci sono fiumi di dichiarazioni in questi ultimi anni del capo del Carroccio che non fanno altro che certificare la volontà del partito di via Bellerio di fare uscire il nostro Paese dall’euro. Affermazioni leghista che hanno scosso spread e indici economici vari, producendo milioni di euro di debito per le casse dello Stato già in agonia da decenni.

“Abbiamo iniziato a sostenerlo tre anni fa e ci davano dei matti – aveva dichiarato Salvini alla vigilia delle Politiche -. O stai dentro o stai fuori (dall’euro, ndr). Quello che posso dire è che se la Lega andrà al governo noi usciamo”. La Lega, nel 2018, ha vinto le elezioni andando al governo con il M5s, salvo poi dimenticarsi di tutte le promesse quando l’uscita dall’euro non venne inserita nel contratto di governo. Cavalcando l’onda del no-euro, alle Politiche è stato eletto, tra l’altro, il leghista Alberto Bagnai, oggi presidente della Commissione finanze del Senato, considerato un teorico dell’addio alla moneta unica. Allora, sosteneva che l’uscita dell’Italia dall’euro, “tecnicamente è facile. Quanto all’impatto macroeconomico, è più gestibile di quanto si pensa. Però mancano leader così coraggiosi da assumersi una simile responsabilità”. Sulla scia del no-euro, s’è guadagnato la scena politica anche il deputato della Lega, Claudio Borghi Aquilini. Grande sostenitore dell’Italexit, l’attuale presidente della Commissione Bilancio le ha inventate tutte in questi ultimi anni, compreso i minibot, per sostenere l’uscita dall’Italia dall’euro. “Penso che questa opportunità sia l’ultima”, aveva detto il responsabile economico del Carroccio alla vigilia delle Europee.

“Se a seguito di queste elezioni ci saranno i soliti ‘mandarini’ guidati dalla Germania a governare le politiche economiche, sociali e migratorie, a uso e consumo della Germania e a nostro danno, io dirò di uscirne”. Ma anche lo scorso agosto, il deputato leghista ha tuonato sull’uscita dall’euro: “Sarebbe positiva per il nostro Paese” e sarebbe “pronto a compierla, se ci fosse una legittimazione democratica, come una vittoria elettorale con più del 50 per cento”. Insomma, Borghi non molla. Tuttavia, prendiamo atto delle ultime dichiarazioni di Salvini, secondo le quali, “l’euro è irreversibile”. Forse anche per questa retromarcia del leader del Carroccio, nelle ultime settimane, sono sempre meno le incursioni a mezzo stampa, tv e social dei due economisti leghisti, Bagnai e Borghi. In sostanza, si ha l’impressione che Salvini stia preparando una svolta moderata e conservatrice ma europeista. E chissà non sia per la stessa ragione che l’ex ministro dell’Interno ha smesso di brandire il rosario nei comizi.

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