Nella mattinata di oggi, l’esercito israeliano ha rimosso i carri armati dall’ospedale al-Shifa nella Striscia di Gaza, mettendo fine a un’operazione militare che ha lasciato una scia di distruzione e polemiche. L’ingresso dei veicoli militari nel complesso ospedaliero due settimane fa ha generato tensioni e preoccupazioni per la sicurezza dei pazienti e del personale sanitario.
Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza ha riferito di aver scoperto decine di cadaveri all’interno dell’ospedale al-Shifa dopo il ritiro dei carri armati e altri veicoli militari israeliani. Inoltre, ha evidenziato danni materiali “molto significativi” su tutti gli edifici del complesso. Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla conformità delle azioni dell’esercito israeliano con il diritto internazionale umanitario e ha generato una forte condanna da parte della comunità internazionale. Un evento degno di nota è la dichiarazione di scuse da parte di Hamas agli abitanti della Striscia di Gaza per le sofferenze causate dalla guerra. Attraverso il suo canale Telegram, il movimento islamista palestinese ha espresso un raro gesto di rammarico per le difficoltà affrontate durante il conflitto con l’esercito israeliano, pur ribadendo la volontà di perseguire la lotta per la “vittoria e la libertà” del popolo palestinese.
Tuttavia, la versione dei fatti fornita dall’esercito israeliano contrasta con quella presentata dalle autorità palestinesi. Secondo fonti militari israeliane, l’operazione nell’ospedale al-Shifa ha permesso l’uccisione o l’arresto di centinaia di miliziani di Hamas, con conferme riguardanti l’identificazione di numerosi membri di alto rango delle organizzazioni palestinesi coinvolte nel conflitto. La controversia si concentra anche sul presunto utilizzo degli ospedali come basi operative militari da parte di Hamas e di altri gruppi radicali palestinesi. Sebbene Israele abbia accusato ripetutamente Hamas di sfruttare le strutture sanitarie per scopi militari, tali attacchi sono stati condannati per mettere a rischio la vita dei pazienti e del personale medico.
Le testimonianze di coloro che sono stati coinvolti direttamente nella situazione dipingono un quadro cupo delle condizioni all’interno dell’ospedale durante l’operazione militare. La mancanza di acqua, elettricità e forniture mediche essenziali ha aggravato ulteriormente la crisi umanitaria già esistente nella Striscia di Gaza. La verità su ciò che è accaduto all’ospedale al-Shifa durante l’operazione militare rimane oggetto di controversie e richiede una rigorosa indagine indipendente per stabilire i fatti con certezza. Nel frattempo, la comunità internazionale continua a esprimere preoccupazione per la situazione umanitaria nella regione e a chiedere un’immediata cessazione delle ostilità al fine di proteggere la vita dei civili e garantire l’accesso ai servizi sanitari essenziali.