Per Emmanuel Macron, le vacanze estive non sarebbero potute arrivare in un momento più opportuno. Il presidente avrebbe probabilmente voluto “crogiolarsi” nella vittoria della Francia ai Mondiali di calcio in Russia, che ha portato nelle strade e nelle piazze milioni di cittadini in festa, ma ha dovuto invece fare i conti, negli ultimi tempi, con uno scandalo che si è allargato a macchia d’olio.
Il caso Benalla
Per due settimane l’opposizione ha cavalcato l’onda delle rivelazioni su Alexandre Benalla, ex collaboratore dell’Eliseo finito nei guai per aver aggredito alcuni manifestanti durante i cortei del Primo Maggio indossando indebitamente distintivi della polizia, essendo ‘accreditato’ come semplice osservatore. Nel mirino dei critici è finito anche l’ufficio di Macron, accusato di essere a conoscenza della vicenda e di aver cercato di insabbiarla. L’apice nelle ultime settimane di una serie di pessime notizie e passi falsi su diversi fronti, hanno evidenziato gli analisti, che hanno offuscato la stella del leader che secondo molti doveva scuotere la Francia e l’Europa dal loro torpore. Con grande puntigliosità, sia da destra sia da sinistra, il governo di Parigi è stato chiamato a rispondere della vicenda Benalla e ci sono stati anche due voti di fiducia in parlamento.
L’impetuoso sondaggio
Grazie alla sua maggioranza blindata, l’esecutivo ne è uscito indenne. Lo scandalo ha però dato agli oppositori terreno fertile per attaccare la risposta di Macron, a loro avviso e sbrigativo in modo preoccupante sui controlli che la sua carica gli attribuiva. Macron ha sostanzialmente bollato la vicenda come una “tempesta in un bicchier d’acqua”. Ma il presidente francese ha pagato dazio a livello di gradimento, visto che secondo un sondaggio Ipsos della settimana scorsa il 60 per cento (un record) della popolazione non ha un’opinione favorevole su di lui. Il “Benallagate” ha inoltre fermato lo slancio sulla riforma costituzionale che punta a semplificare il processo legislativo e ridurre di un terzo il numero dei deputati in parlamento. Ad aggiungersi alle difficoltà, è arrivata questa settimana l’ammissione del governo sul rallentamento della crescita economica, che non raggiungerà quest’anno l’obiettivo del 2 per cento mentre si profila una guerra commerciale con gli Stati Uniti.
“Serve relax per tutti”
Gli sgravi fiscali alle imprese e le riforme del lavoro non hanno impedito al tasso di disoccupazione di raggiungere il 9,2 per cento, ben al di sopra della media europea dell’8,3 per cento. Secondo Bruno Jeanbart, numero due della società di sondaggi OpinionWay, “la gente comincia a chiedersi ‘alla fine, che cosa sta facendo per me? Il Paese sta meglio?’ e’ ancora presto per misurarlo”. Macron ha fatto lavorare molto il suo governo nel primo anno di presidenza, sfornando una serie di misure per “trasformare” la Francia stimolando la crescita e promuovendo un piano ambizioso per accrescere la coesione e l’efficienza della Ue in vista delle Brexit. “Serve relax per tutti, c’è stato molto stress ultimamente” ha detto una fonte di governo, anche ai ministri è stato detto di non allontanarsi troppo da Parigi.
L’amicizia con Trump
Macron sarà con la moglie Brigitte nella residenza estiva presidenziale di Bregancon, dove di recente è stato rivelato il progetto per una piscina da 34mila euro. Il progetto, che arriva dopo un taglio delle tasse per i ricchi, ha alimentato le accuse che l’ex banchiere d’investimento vuole austerità per tutti tranne che per i più abbienti. “E’ la fine della favola”, ha detto Nicolas Baygert, professore di comunicazione politica all’Università Libera del Belgio, “Stiamo vedendo soltanto effetti limitati dalle sue riforme sulla crescita e dalle sue iniziative internazionali con Trump e Putin”. La sbandierata amicizia dell’inquilino dell’Eliseo con il presidente degli Stati Uniti non ha scongiurato l’insorgere di una guerra commerciale trans-Atlantica né ha persuaso Trump a non recedere dallo storico accordo con l’Iran sul suo programma nucleare.
“Non ha convinto abbastanza”
Gli stessi rapporti “diretti e schietti” con il presidente russo non sono riusciti a a portare alcuna svolta sul conflitto in Ucraina o quello in Siria. Per quanto riguarda le riforme europee, la maggior parte dei Paesi resta tiepida se non apertamente ostile agli obiettivi di Macron, malgrado una serie di viaggi nelle capitali europee per colloqui con i leader e i suoi tradizionali incontri informali con i giovani. “Non ha convinto abbastanza persone che quello che sta facendo non è soltanto filo-francese, che non sta solo perseguendo un’agenda francese e la sta rivestendo di un abito europeo”, ha osservato Charles Grant, direttore del Centro per la riforma europea con sede a Londra.
I rapporti con l’Ue
“È ancora in grado di influenzare gli eventi in Europa perché è quasi l’unico leader in circolazione, ma il lato negativo è che è da solo”, ha aggiunto. Le smisurate ambizioni europee hanno inoltre determinato pochi ritorni di immagine in patria, dove dossier come economia e immigrazione monopolizzano – o quasi – le percezioni degli elettori, secondo i sondaggi. Anche se pochi analisti si aspettano che il caso Benalla freni significativamente lo slancio riformista di Macron, compresi il finanziamento delle pensioni e i servizi pubblici, la sensazione diffusa è che il presidente debba condividerlo con una platea più ostile di quello che pensava.