Politica

Letta confida nei ballottaggi per Pd perno del nuovo Ulivo

Sono ballottaggi strani, quelli di domani sera, per il Pd. Se le comunali potevano diventare un test per il “campo largo” sollecitato da Enrico Letta, tutto è cambiato tra il primo e il secondo turno, con il ‘big bang’ sull’Ucraina. Un evento che, al di là dell’inevitabile prudenza dei vertici democratici in questi giorni, imporrà una radicale messa a punto delle strategie in vista delle politiche del 2023, tanto che già sul piano comunicativo il “campo largo” sta lasciando il posto al ‘Nuovo Ulivo’. A precisa domanda su Conte e Di Maio il segretario Pd continua a dire che lavora “perché stiano insieme a noi”.

Il leader 5 stelle, spiegano, avrebbe dato assicurazioni di voler restare sia nella maggioranza di governo che nel campo dei progressisti. Ma la verità è che le mosse di Conte sono un’incognita per tutti e, in ogni caso, al Pd c’è preoccupazione per la fuga di elettori M5s dopo la scissione. Per questo, intanto, Letta vuole riuscire a confermare il dato emerso dal primo turno, quel “Pd primo partito” che i democratici sbandierano dal 12 giugno. Ai ballottaggi, ovviamente, non si pesano le liste, ma l’obiettivo è fare un po’ meglio del 2016, quando il Pd si aggiudicò 6 comuni capoluoghi. Un traguardo a portata di mano, considerando che tre città sono state già vinte al primo turno e che il centrosinistra parte con ottime possibilità ai ballottaggi di Verona, Parma, Piacenza ed è convinto di giocarsela anche a Cuneo, Como, Frosinone, Lucca, Alessandria. E, come ha sottolineato Letta, negli scorsi cinque anni “governavamo solo a Lucca e Cuneo”.

Il voto in Toscana, a Lucca e Carrara, ha poi un significato particolare e non a caso Letta ieri sera ha chiuso la campagna elettorale proprio nelle due città. A Carrara Matteo Renzi ha scelto il centrodestra, mentre a Lucca Iv si è schierata col Pd e con il resto del centrosinistra. Lo stesso ha fatto Carlo Calenda, che ha disconosciuto il candidato sindaco sostenuto da Azione al primo turno, il direttore d’orchestra Alberto Veronesi che ha siglato l’apparentamento col candidato del centrodestra arrivato al ballottaggio sostenuto anche dall’ex Casapound Fabio Barsanti. Una vittoria a Lucca e Carrara, per il dem, sarebbe un segnale importante anche per i centristi, perché rafforzerebbe l’idea dell’alleanza col Pd.

Molto più complicato, come detto, il discorso sul fianco sinistro del “campo progressista”, perché troppe sono ancora le incognite e da questo punto di vista poco potranno dire i ballottaggi, anche se la vittoria a Parma e Verona sarebbe pure importante per dimostrare l’importanza del “campo largo”. Come ha detto Letta “il campo largo l’hanno fatto i candidati sindaci, penso a Verona, Como, Alessandria”. La speranza è, appunto, che i ballottaggi convincano anche i più scettici che il campo largo – o meglio il ‘Nuovo Ulivo’ – funziona e che il Pd si confermi il perno imprescindibile dello schieramento.

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redazione