Lettera di Renzi a italiani all’estero, la campagna referendaria di Matteo. Fronte No insorge: chi paga?

LA POLEMICA FI chiede l’intervento del Quirinale, SI presenta una interrogazione e M5s invita a distruggere la missiva il documento

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Forza Italia chiede l’intervento del Quirinale, Sinistra Italiana presenta una interrogazione, il Movimento Cinque Stelle invita a distruggere la lettera del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, recapitata agli italiani all’estero per informarli sul referendum costituzionale. Una bufera quella scatenata dalle righe vergate dal segretario Pd e capo del governo. “Chiederemo nelle prossime ore un incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”, fa sapere il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. Al ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e al presidente del Consiglio, Brunetta chiede di riferire da dove provengano i soldi utilizzati per la produzione e spedizione delle lettere. Il Movimento Cinque Stelle, con il deputato Danilo Toninelli, invita gli italiani che hanno ricevuto la lettera di Renzi a distruggerla: “Si tratta di una lettera SpamPd”, scrive Toninelli lanciando una campagna “casa per casa” e annunciando di voler denunciare “nelle sedi opportune” sia Renzi che il Paritto Democratico”.

Ma le critiche non arrivano solo dall’opposizione. Roberto Calderoli ironizza sul refuso contenuto in fondo alla lettera, dove compare l’indirizzo web ‘www.bastausi.it’ in luogo del piu’ corretto ‘www.bastaunsi.it’. “Avranno sbagliato a scrivere l’indirizzo corretto del sito web del loro comitato”, conclude ironico il senatore del Carroccio, “ma sicuramente non avranno fatto l’errore di mettere il costo per la stampa e la spedizione di questi 6 milioni di lettere a carico dei cittadini…”. Sinistra Italiana presenta una interrogazione parlamentare, sottoscritta da tutti i deputati, per sapere “quali iniziative urgenti vogliano intraprendere Renzi, Gentiloni ed Alfano per assicurare che il voto degli italiani all’estero per il prossimo referendum venga esercitato personalmente, in maniera libera e segreta”. Anche la minoranza dem fa sentire la sua voce con il senatore Miguel Gotor che condivide su Twitter il post della bersaniana Chiara Geloni: “Mi chiedo se il Pd possieda e disponga di 4 milioni di indirizzi di italiani all’estero; se tale indirizzario sia pubblico e a disposizione di chiunque intenda ‘sostenere economicamente’ l’invio di materiale elettorale; se la lettera si presenta come comunicazione istituzionale o come propaganda elettorale”, scrive Geloni.

Domande alle quali il Partito democratico cerca di dare risposta, prima con il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato, e poi con gli esponenti della segreteria, Ernesto Carbone ed Emanuele Fiano. “Invece di parlare del merito della riforma costituzionale, si tenta di polemizzare su altro”, spiega Rosato che, poi, si rivolge direttamente a Renato Brunetta: “Capisco il difficile mestiere di Brunetta. La riforma della costituzione l’ha condivisa con noi, in gran parte anche votata. Ora sostenere che non serve ridurre i parlamentari, superare il bicameralismo e rendere le nostre istituzioni piu’ efficienti e’ veramente compito arduo”. Parole respinte da Brunetta: “Rosato si studi gli atti parlamentari. Non ho votato la schiforma”. Fiano, responsabile Giustizia del Pd, rinvia alla Gazzetta Ufficiale: “Basta conoscere le regole sul trattamento dei dati presso i partiti politici, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 marzo 2014, per rendersi conto che la lettera inviata dal Partito democratico agli italiani residenti all’estero e’ un’iniziativa del tutto legittima”. L’invito di Fiano e’ sottoscritto e rilanciato, con tanto di testo citato dalla Gazzetta, da Ernesto Carbone.