L’Europa al bivio: tassi in discesa, ma l’ombra dei dazi Usa e del riarmo preoccupa Bruxelles

Francoforte (Germania), sede della Banca centrale europea
Giovedì dalla banca centrale europea è atteso un nuovo taglio da 0,25 punti percentuali ai tassi di interesse dell’area euro. Il principale riferimento, che ancora oggi resta il tasso sui depositi, dovrebbe così scendere al 2,50%. E’ sul dopo che si creano divergenze di vedute tra analisti e osservatori dell’istituzione. Da domani sera tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo, l’organismo decisionale a cui partecipano tutti i governatori delle banche centrali nazionali dell’Eurosistema. All’ultima riunione operativa monetaria, che si è svolta il 30 gennaio, gli elementi rilevanti erano stati la debolezza dell’economia e l’elevata incertezza sulle prospettive.
Incertezza globale e segnali economici contrastanti
Specialmente quest’ultimo aspetto – quello dell’incertezza – non potrà risultare che acuito, con l’amministrazione Trump che procede con l’imposizione di dazi commerciali, mentre blocca l’invio di armi all’Ucraina e, creando scompiglio nella Unione europea, preme per un accordo di pace con la Russia.
Sulla debolezza dell’economia alcuni elementi hanno mostrato miglioramenti, ad esempio nel manifatturiero in Germania, che ha ricadute su tutti gli altri Paesi più industrializzati, tra cui l’Italia, ma che comunque resta coinvolto da dinamiche di contrazione. Altri meno positivi hanno visto un pesante indebolimento del terziario in Francia.
D’altra parte un elemento positivo è nella nuova limatura dell’inflazione media nell’area euro, al 2,4% annuo a febbraio, dal 2,5% di gennaio, nella direzione auspicata dalla Bce che punta a un caro vita medio nell’area valutaria al 2% sul medio termine. Peraltro con segnali di smorzamento sia dall’inflazione di fondo (quella deputata da energia e alimentari), sia dai prezzi dei servizi (al 3,7% annuo), che sono quelli che da mesi persistono a livelli superiori alla media.
Le decisioni della BCE e le prospettive future
Giovedì, al termine del Consiglio, oltre alla comunicazione delle decisioni sui tassi (ore 14 e 15), la Bce pubblicherà anche le sue previsioni aggiornate su crescita economica e inflazione. Mezz`ora dopo la presidente Christine Lagarde terrà la conferenza stampa esplicativa.
Gli analisti cercheranno segnali sul quanto ancora l’istituzione intenda spingersi nella riduzione dei tassi. E oltre ai tassi ci sta un altro elemento su cui sembra focalizzarsi una crescente attenzione, quella della riduzione della mole del bilancio di Bce e Eurosistema delle banche centrali, perché ha a sua volta un effetto restrittivo, che rischia quindi di risultare eccessivo in una fase in cui si vuole invece rimuovere il freno monetario. Peraltro i propositi di forte aumento delle spese militari in deficit, annunciati dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con il suo “piano di riarmo” dei Paesi Ue da 800 miliardi di euro, rischiano di non essere facilitati dalla sovracitata manovra di riduzione del bilancio della banca centrale.
Previsioni e divergenze tra gli analisti
Molti analisti prevedono che l’istituzione continui a tagliare i tassi nei mesi a venire. Secondo Vincent Reinhart, capo economista di Bny Investments li ridurrà di altri 25 punti base a marzo, aprile e giugno, con cui “il tasso di riferimento si attesterà al 2%, dove resterà fino al 2026”. Martin Van Vliet, stratega sulla macroeconomia globale di Robeco precede a sua volta tassi al 2% a giugno a cui si aggiunge una “probabilità ponderata all’1,8% per dicembre”.
Secondo Annalisa Piazza, analista sul reddito fisso per Mfs Investment Management le proiezioni aggiornate della Bce non dovrebbero includere stime sugli effetti dei dazi statunitensi o di un’imminente fine del conflitto tra Ucraina e Russia, “semplicemente perché la situazione in evoluzione è confusa ed è impossibile valutare qualsiasi impatto sulla crescita o sull’inflazione”. La Bce semmai metterà enfasi sull’incertezza che “sta già avendo un impatto” sul clima di fiducia e così “aumenta i rischi di un ulteriore ritardo nella ripresa”. Piazza mantiene la previsione di tassi terminali all’1,75% entro la fine del terzo trimestre.
Jens Eisenschmidt, capo economista per l’Europa di Morgan Stanley si spinge anche oltre indicando un tasso sui depositi ad appena l’1%, ma nel giugno del 2026, per la metà di quest’anno prevede che venga tagliato al 2% e che le mosse successive avvengano con maggiore lentezza.
Di segno opposto le previsioni dei tecnici della banca olandese Ing. “Tra i falchi nel Consiglio direttivo sono emerse preoccupazioni sul fatto di tagliare eccessivamente i tassi. I dati sull`inflazione contribuiranno a sostenere la tesi che ora sia relativamente favorevole, ci attendiamo un altro taglio da 25 punti base questa settimana ma – avvertono in una nota – accompagnato da un dibattito su più acceso sul quando la Bce raggiungerà il tasso terminale”.