L’Europa ha bocciato la manovra 2019 dell’Italia. Era nell’aria. La Commissione europea così ha definitivamente rigettato il documento programmatico di bilancio del governo italiano per il 2019. L’esecutivo comunitario ha anche adottato il rapporto sul debito, aprendo cosi’ la strada a una procedura per deficit eccessivo nelle prossime settimane. “Il debito italiano resta la principale preoccupazione – ha detto il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici – l’Italia non sta rispettando il criterio del debito e per questo e’ giustificata una procedura per deficit eccessivo. Ma questo non significa che stiamo avviando ora una procedura per deficit eccessivo, perche’ ora spetta agli Stati membri” presentare la loro posizione “sulla nostra relazione”, entro due settimane”.
Secondo Moscovici, a pagare il costo della manovra del governo saranno le imprese, i risparmiatori e i contribuenti. “La Commissione europea sta assumendosi le sue responsabilita’ politiche e legali nell’interesse dei cittadini, dell’Italia e della zona euro nel suo insieme – ha aggiunto il commissario agli Affari economici -. I nostri interrogativi e i nostri dubbi sulla crescita, il deficit e la riduzione del debito persistono – ha evidenziato – non abbiamo avuto risposte a questi interrogativi. Da dove viene questa extra crescita? Chi paghera’ il conto per questa spesa extra? Continuiamo a credere che questa manovra comporta dei rischi per l’economia italiana, le sue imprese, i suoi risparmiatori e i suoi contribuenti”.
A questo punto, sempre secondo Moscivici, “se gli Stati confermeranno (la posizione della Commissione sul rapporto 126.3) allora dobbiamo preparare la procedura e anche una nuova raccomandazione perche’ l’Italia corregga la traiettoria del deficit e del e debito”. Il commissario ha pero’ inviato al dialogo il Governo italiano, “dialogo non deve essere una parola vana ma una realta’ perche’ molte cose dipendono dalla qualita’ del nostro dialogo quindi ora piu’ che mai il dialogo non e’ un’opzione ma imperativo”.
Il segnare duro da parte di Bruxelles, porta all’esecutivo gialloverde ad abbassare i toni. “Sulla manovra economica il Governo e’ pronto a un confronto costruttivo con la Commissione europea – ha detto il premier, Giuseppe Conte -. Sabato incontrero’ il presidente Juncker, al quale esporro’ l’impostazione, l’ispirazione e le caratteristiche della manovra al fine di rimarcarne la solidita’ ed efficacia. Sono disponibile a valutare con Juncker tutti i passaggi successivi. Siamo tutti concentrati a realizzare le riforme che vanno bene al nostro Paese e confido di poter convincere anche i nostri interlocutori europei”.
“Sia noi che l`Europa vogliamo la stessa cosa: ridurre il debito – ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio -. E l`Unione Europea si convincerà che, per raggiungere l`obiettivo, abbiamo scelto l`unica strada che funziona: aiutare le famiglie e le imprese, creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. E` così che l`Italia finalmente può crescere”. E’ arrivato anche il commento di Matteo Salvini. “Non possiamo cambiarli, siamo convinti dei numeri, poi fra un anno ne riparliamo – ha detto il ministro dell’Interno -. Fra un anno uno mi può dire se le cose sono andate peggio o meglio ma non bisogna avere pregiudizi”. In altri termini, “avere un pregiudizio a prescindere mi sembra irrispettoso”. “Io non vado a commentare la manovra economica del Lussemburgo, dell’Austria o della Francia” ha concluso Salvini.
Intanto, l’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia, al più 1 per cento quest’anno e al più 0,9 per cento nel 2019 in cui “la crescente incertezza” dovuta ai rialzi di tassi e spread “contrasterà l’effetto espansionista” della manovra. Anche sul 2020 è previsto un più 0,9 per cento del Pil. Non solo. Sempre secondo l’Ocse, in Europa “ci sono rischi” e uno di questi “e’ l’Italia”. A chiosare la capoeconomista dell’Ocse, Laurence Boone, durante la presentazione dell’Economic Outlook 2018 a Parigi. Boone ha evocato, tra l’altro, “l’innalzamento dello spread”, una situazione che converrebbe scongiurare, anche se l’Ocse ritiene che il rischio di contagio agli altri Paesi “sia limitato”.
La valutazione dell’Ue
“Per quanto concerne l’Italia, dopo aver valutato il documento programmatico di bilancio rivisto presentato il 13 novembre, la Commissione conferma l’esistenza di un’inosservanza particolarmente grave della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018. Il 23 ottobre 2018 la Commissione aveva già adottato un parere in cui riscontrava un’inosservanza particolarmente grave nel documento programmatico di bilancio iniziale presentato dall’Italia il 16 ottobre 2018”.
Lo ha reso noto poco fa la Commissione europea attraverso un comunicato. “La Commissione ha effettuato una nuova valutazione della presunta non conformità dell’Italia con il criterio del debito. Il debito pubblico dell’Italia – prosegue la nota – che nel 2017 era pari al 131,2% del Pil, l’equivalente di 37.000 euro per ogni abitante, supera il valore di riferimento del 60% stabilito dal trattato. Questa nuova valutazione si è resa necessaria poiché i piani di bilancio dell’Italia per il 2019 modificano in maniera sostanziale i fattori significativi analizzati dalla Commissione lo scorso maggio”.
“L’analisi presentata nella nuova relazione a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea – si legge – comprende la valutazione di tutti i fattori pertinenti, in particolare:
1) il fatto che le condizioni macroeconomiche, nonostante il recente intensificarsi dei rischi di revisione al ribasso, non possono essere invocate per spiegare gli ampi divari dell’Italia rispetto al parametro di riduzione del debito, data una crescita del Pil nominale superiore al 2 % dal 2016;
2) il fatto che i piani del governo implicano un notevole passo indietro sulle passate riforme strutturali volte a stimolare la crescita, in particolare sulle riforme delle pensioni adottate in passato; e, soprattutto,
3) il rischio di deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2018 e l’inosservanza particolarmente grave per il 2019 della raccomandazione rivolta all’Italia dal Consiglio il 13 luglio 2018, stando ai piani del governo e alle previsioni d’autunno 2018 della Commissione”. “Nel complesso – conclude la nota – l’analisi indica che il criterio del debito stabilito dal trattato e dal regolamento (Ce) n. 1467/1997 dovrebbe essere considerato non soddisfatto e che è quindi giustificata una procedura per i disavanzi eccessivi basata sul debito”.