Tensione sempre altissima e crescenti timori di una crisi umanitaria ingestibile al confine tra Grecia e Macedonia, dove ‘la barriera’ anti-migranti ha bloccato oltre 11.000 persone in attesa di procedere verso Nord. Oggi la Grecia ha avviato i trasferimenti da Idomeni verso centri di accoglienza meglio organizzati, cercando di disinnescare la ‘bomba’ del campo improvvisato a ridosso della frontiera, dove le famiglie di migranti si ammassano in condizioni “sordide”, martellano gli operatori umanitari. E’ l’emergenza della “rotta Balcani” chiusa con la regia dell’Austria, che ora mette le mani avanti anche sul flusso dall’Italia, previsto in aumento, annunciando una barriera e “filtri” al Brennero. “Quello che sta accadendo fra Austria e Italia non è la soluzione giusta”, ha detto oggi il commissario europeo all’Immigrazione, Dimistris Avramopulos, intervenendo durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. Ma l’Austria, in fase pre-elettorale dominata dall’emergenza migranti, insiste: il governo “è deciso a chiudere il passaggio del Brennero, se sarà necessario”, ha ribadito il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz (partito popolare Oevp). Secondo il giovane capo della diplomazia austriaca, l’Italia non può permettersi di far passare i profughi senza controlli. E il calo del numero dei rifugiati dopo la chiusura della rotta dei Balcani dimostra che a tutte le crisi si può dare risposta.
Proprio da Idomeni, però, arrivano continuamente aggiornamenti sull’insostenibile situazione che si è creata al confine tra con la Grecia, Paese di approdo nell’Ue per migliaia di profughi e migranti, che l’accordo tra i 28 e la Turchia per il “rientro” dei migranti in Turchia non ha per ora portato fuori dall’emergenza. Solo domenica si sono verificate nuove tensioni con centinaia di persone che sperano ancora di poter passare in Macedonia e non tornare in Turchia: al tentativo di forzare la recinzione che corre lungo il punto di frontiera, la polizia macedone ha sparato lacrimogeni e, secondo Medici Senza Frontiere, anche pallottole di gomma. L’Ong ha ribadito oggi la propria accusa. La Grecia è impegnata a convincere centinaia di migranti a lasciare lo squallido campo di fortuna di Idomeni e almeno 400 persone hanno acconsentito ad andarsene negli ultimi due giorni, secondo la polizia. Gli sforzi sono ancora in corso per sgomberare un altro campo al porto del Pireo dove ci sono 5.,000 persone. In circa 1.000 hanno acconsentito a trasferirsi in un vicino campo nel polo industriale di Skaramangas. Sulla questione del Brennero tenta di gettare intanto acqua sul fuoco il presidente federale austriaco Heinz Fischer ( 77enne, socialdemocratico, alla fine del suo mandato) che ha parlato di un “piano di management dei confini” che “in nessun modo porterà a una chiusura del confine”.
Ma intanto dall’Austria è giunta notizia dei preparativi per la costruzione di una barriera lungo il confine con l’Italia. La società austostradale “Asfinag ha avviato i lavori di posa di una tettoia” destinata a dare riparo alle operazioni di controllo”, ha indicato un portavoce della polizia della provincia austriaca del Tirolo, Stefan Eder. La data di inizio dei lavori di barriera propriamente detti “non è stata ancora fissata”, ha precisato. Nel corso della sua visita a Roma l’8 aprile scorso, la ministra degli Interni austriaca, Johanna Mikl-Leitner, aveva assicurato che il suo Paese avrebbe “fatto il possibile per evitare la chiusura del Brennero”, inevitabile però se l’Italia non avesse assicurato una rigida procedura di controllo dei migranti. Il commissario europeo all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, “contatterà questo pomeriggio il ministro degli Interni austriaco” riguardo al progetto di costruire un muro al Brennero per respingere i migranti in arrivo dall’Italia. “Abbiamo letto le notizie di stampa”, ha detto un portavoce della Commissione Ue, Natasha Bertaud, e “se questi progetti dovessero concretizzarsi dovremmo valutarli molto seriamente”. “Il valico del Brennero è essenziale per la libertà di circolazione all’interno dell’Ue”, ha sottolineato il portavoce, aggiungendo che la reintroduzione dei controlli temporanei alle frontiere interne dello spazio Schengen deve essere sempre “eccezionale e proporzionata”.