Economia

L’Europa si sveglia, al via consultazione su revisione Patto di stabilità e crescita

Le “molteplici regole” previste dall’attuale Patto di stabilità e di crescita dell’Eurozona, così come sono state modificate dal “Six-Pack” e dal “Two-Pack”, i due pacchetti di riforma del Patto entrati in vigore rispettivamente nel 2011 e nel 2013, si sono dimostrate troppo complesse, difficili da applicare, difficili da capire e da accettare politicamente da parte degli Stati membri. E, sebbene abbiano portato a un sostanziale consolidamento dei bilanci dei paesi Ue dopo la crisi economica e finanziaria, non hanno garantito che questo risultato sia valido per tutti i paesi senza divergenze, visto l’alto livello di debito pubblico e la bassa crescita in alcuni Stati membri, e non sono riuscite a garantire che le manovre finanziarie dei diversi governi non fossero pro-cicliche. E’ necessario, dunque, modificare quelle regole, anche per tenere conto della necessità di sostenere l’enorme quantità di investimenti necessari alla transizione energetica prevista del “Green Deal” europeo.

E’ quanto afferma, in estrema sintesi la comunicazione sulla riforma della “governance economica” dell’Ue che la Commissione europea ha pubblicato oggi a Bruxelles, e presentato in conferenza stampa dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e dal commissario agli Affari economici e finanziari Paolo Gentiloni. La comunicazione apre un periodo di consultazione e dialogo con gli Stati membri, il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali, le parti sociali e la società civile su come modificare quelle regole. Un dialogo che approderà a fine anno a una proposta formale di riforma da parte della Commissione.

Il Patto di stabilità

Il Patto di stabilità e crescita è un insieme di regole comunitarie create per assicurare che i Paesi dell’Unione europea abbiano una situazione finanziaria stabile e coordinino le loro politiche economiche. È nato nel 1997 e nei due anni successivi sono stati creati anche il suo braccio preventivo e quello correttivo, che danno alle istituzioni europee i poteri per verificare il rispetto da parte degli Stati membri dei criteri economici stabiliti dai trattati e per punire eventuali scostamenti. Nel corso degli anni successivi il Patto è stato più volte modificato, in particolare dopo la crisi economica tra il 2011 e il 2o013, con l’aggiunta di nuove norme – e nuovi criteri più stringenti, di cui abbiamo scritto anche in passato – contenute nel “six pack”, nel “two pack” e infine nel “Fiscal compact”.

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