L’ex fidanzato di Ruby a Berlusconi: “Non darle banconote da 500 euro”. Polanco: il Cavaliere ci disse di dire bugie

A fine 2012 Silvio Berlusconi pagò una vacanza in Messico a Ruby e al suo compagno Luca Risso (foto) per scongiurare il rischio che la giovane marocchina si presentasse in aula a deporre come testimone nel processo che lo vedeva imputato per concussione e prostituzione minorile. E’ quanto emerge da una lettera scritta da Risso allo stesso Berlusconi e ora finita tra gli altrui atti dell’inchiesta ribattezzata ‘Ruby ter’. “La mia vita lavorativa – scrive l’ex compagno di Karima – prese il colpo di grazia nel novembre 2012 quando Lei, per non far testimoniare Ruby a dicembre, ci chiese di andare via e tornare dopo il 10 gennaio”. Risso specifica che fu “Maria Rosaria Rossi che ci diede i soldi per andare via”. Così “partimmo per il Messico e io fui costretto a vendere anche l’ultimo locale che gestivo (al sig. Belsito, in quel tempo segretario della Lega Nord, che mi ha pagato con un assegno vuoto!!)”. La sua è insomma una richiesta di aiuto economico: per questo sollecita Berlusconi di non dimenticarsi “di quello che mi promise, e perlomeno mi aiuti come può”. E aggiunge: “Si ricorderà che le dissi, e diverse volte, di stare attento a non dare banconote da 500 euro a Ruby perché era pericoloso, perché andava in giro con buste piene di banconote da 500 e non si preoccupava di farle vedere”.

Silvio Berlusconi “ci ha detto di venire da voi e di dire le bugie”. C’è anche un messaggio spedito da Marysthell Polanco a Niccolò Ghedini, uno degli storici difensori di Silvio Berlusconi, negli atti dell’inchiesta Ruby ter che la Procura di Milano ha chiuso nei giorni scorsi a carico dell’ex presidente del consiglio e di altre 33 persone accusate a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Nell’sms, che ora fa parte degli atti di indagine, la showgirl dominicana ed ex soubrette di “Colorado Cafè” si rivolge al legale con tono minatorio: “Dirò tutto come sta, ho le prove, non si può essere così bastardi. Ci tiene alla politica?”. E ancora, più avanti: “Non ce la faccio più a tenere le vostre bugie e la vostra presa per il culo. Lui aveva promesso di pagare e ha fatto delle promesse quando ci ha detto di venire da voi e di dire le bugie che mi hanno spaventata. Mi hanno usata e non lo posso più tenere dentro, non me ne frega di andare in galera per colpa di lui”. Avvertimento conclusivo: “Oggi sono nella merda ma andremo tutti nella merda”. Risposta di Ghedini: “La invito a non contattarmi e comunque a non usare modi siffatti. Valuteremo azioni legali”. Controreplica della Polanco: “Ma voi mi chiamavate prima, adesso non va bene… Io non voglio niente da voi, è solo la presa per il culo. La galera è fatta per gli esseri umani, mandatemi in galera per la verità… Non me ne frega”.

Pubblicato da
redazione