L’ex governatore del Veneto torna in libertà. Galan: “Non ho mai fatto nulla in cambio di qualcosa”

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L’ex governatore del Veneto ed ex ministro Giancarlo Galan, coinvolto nella vicenda Mose per corruzione, è da oggi un uomo libero. Si è presentato questa in caserma dei carabinieri a Bastia di Rovolon (Padova) per firmare la fine degli arresti domiciliari dopo il patteggiamento con il Tribunale di Venezia ad una pena di due anni e dieci mesi di reclusione e a una multa di 2,6 milioni di euro. Accompagnato da moglie e figlia, si è limitato a dire: “Non ho nulla da dichiarare. Anzi, una cosa sì e lo dico per i veneti. Voglio dire che in 15 anni di presidenza della Regione non c’è mai stato un provvedimento, una delibera, un qualsiasi atto amministrativo fatta in cambio di qualcosa”.

Galan, era entrato nell’inchiesta ed arrestato finendo a lungo in carcere, in base alle dichiarazioni di Giorgio Baita, ex Ad della Mantovani e della sua ex segretaria poi diventata imprenditrice Claudia Minutillo responsabile di Adria Infrastrutture. Galan, secondo le dichiarazioni ai Pm che hanno condotto l’inchiesta – Stefano Ancillotto, Paola Tonini e Stefano Buccini – avrebbe ricevuto mazzette per milioni di euro (mai trovati) per favorire la costruzione delle barriere mobili del Mose. L’ex Governatore, si sarebbe fatto restaurare anche villa Rodella sui colli Euganei, poi diventata sua abitazione, a spese della Mantovani, con il coinvolgimento del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) all’epoca presieduto da Giovanni Mazzacurati. La villa è stata interamente ceduta da Galan, nonostante valga oltre i tre milioni di euro, per ‘saldare’ la multa patteggiata.