Politica

L’ex primo ministro Blair: Brexit una “catastrofe”, possibile altro referendum. Giallo su Nissan

L’ex premier laburista britannico Tony Blair, è tornato a definire una “catastrofe” l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue ma ha aggiunto che niente in teoria impedirebbe un secondo referendum soprattutto se i costi del divorzio dall’unione si rivelassero troppo “duri” per la cittadinanza”. Parlando alla Bbc Blair ha detto: “non c’è assolutamente alcuna ragione perché si chiudano le porte a certe opzioni…abbiamo il diritto di continuare a riflettere e, se necessario, cambiare parere. Se in corso d’opera diventasse chiaro che l’accordo di uscita dalla Ue non è soddisfacente o se la nostra uscita si rivelasse talamente pesante da far cambiare opinione ai cittadini, allora bisognerà trovare una soluzione, sia in sede parlamentare sia, la cosa è possibile, con un nuovo referendum”. Nei giorni scorsi, sul settimanale “The New European”, Blair – premier britannico dal 1997 al 2007 – ha definito la Brexit una “catastrofe” invitando i partigiani del ‘remain’ a mobilitarsi per evocare l’uscita di Londra dalla Ue.

Intanto è giallo sul caso Nissan. Ieri è arrivata la “fantastica notizia” che il colosso auto giapponese Nissan amplierà il suo stabilimento britannico di Sunderland a dispetto dell’uscita di Londra dalla Ue. Oggi le polemiche, dopo che il governo si è rifiutato di dire che tipo di aiuto finanziario nel dopo Brexit abbia promesso a Nissan perché costruisca le sue nuove auto a Sunderland. Il ministro del Commercio Greg Clark, intervistato dalla Bbc, ha rifiutato per sei volte di rivelare i contenuti dell’accordo con la casa auto, che dopo il referendum di giugno sulla Brexit aveva minacciato di trasferire le sue fabbriche all’estero, lasciando centinaia di lavoratori a casa. Ieri la retromarcia, con l’annuncio che dopotutto Nissan costruirà a Sunderland i suoi nuovi Qashqai, ai quali affiancherà la produzione del nuovo Suv X-Trail. La premier Theresa May ha parlato di “fantastica notizia” e ha commentato che “questo voto di fiducia dimostra che la Gran Bretagna è al lavoro che che restiamo un Paese aperto verso l’estero, tra i primi al mondo”. L’intesa rappresenta un trionfo per Clark, il ministro che al scorsa settimana è volato a Tokyo per fornire rassicurazioni al cda di Nissan. Rassicurazioni già fornite dalla premier al numero uno della casa auto Carlos Ghosn due settimane fa. Corre voce che a Nissan sia stato promesso un rimborso di eventuali dazi sull’export verso la Ue a cui dovrà sottostare se, come atteso, la Gran Bretagna lascerà il mercato unico europeo, o anche un’esenzione dalle barriere commerciali.

Naturalmente altri costruttori auto che operano in Gran Bretagna, come Toyota, Honda e Vauxhall, si attendono di ricevere proposte negli stessi termini di Nissan quando effettueranno le loro scelte d’investimento, rileva l’Independent. Tuttavia, al momento la Gran Bretagna non ha notificato nulla sul caso Nissan alla Commissione europea, che quindi non sta ancora verificando eventuali violazioni alle regole della concorrenza. Al tempo stesso Londra non ha nemmeno notificato la volonta’ di uscire dall’Unione europea stessa, “quindi ne resta membro a pieno titolo – ha rilevato il portavoce della Commissione Ricardo Cardoso, durante l’incontro quotidiano con la stampa – e in quanto tale e’ pienamente vincolata a rispettarne anche le normative antitrust”. Il caso si e’ creato dopo che Nissan ha annunciato l’intenzione di ampliare un impianto produttivo nel Regno, a dispetto del voto per la Brexit. Una decisione che ha destato sospetti, successivamente alimentati da un apparente reticenza del governo a spiegare se vi siano state promesse di vantaggi a favore della casa nipponica. Ipotesi che potrebbe confliggere con le regole Ue sulla concorrenza.

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