Il 19 novembre 2024, la base italiana della missione delle Nazioni Unite in Libano, Unifil, situata a Shama, nel sud-ovest del Libano, è stata colpita da otto razzi di calibro 107 mm. L’attacco ha causato danni a strutture all’aperto e a un magazzino, ma fortunatamente non si sono registrati morti o feriti gravi tra i militari italiani. Tuttavia, cinque soldati sono stati posti sotto osservazione nell’infermeria della base per precauzione.
Dettagli dell’attacco
Secondo le informazioni fornite dal ministero della Difesa italiano, i razzi hanno impattato principalmente su aree non occupate da personale militare al momento dell’attacco. Questo ha evitato conseguenze più gravi e ha permesso che i soldati rimanessero illesi. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha condannato l’attacco definendolo “inammissibile e inaccettabile”, sottolineando l’importanza di garantire la sicurezza delle truppe italiane impegnate in missioni di pace.
Le responsabilità
L’esercito israeliano ha attribuito la responsabilità dell’attacco a Hezbollah, il potente gruppo paramilitare libanese che è attualmente coinvolto in scontri con Israele nella regione. Questo tipo di razzi è noto per essere utilizzato da Hezbollah, il che rende plausibile l’attribuzione della responsabilità. L’Unifil ha confermato che ci sono stati tre attacchi distinti contro le sue basi e il suo personale nello stesso giorno, evidenziando un incremento delle tensioni nella regione.
Contesto e conseguenze
La missione Unifil è stata istituita nel 1978 con l’obiettivo di monitorare il rispetto del confine tra Libano e Israele e facilitare una soluzione pacifica ai conflitti. Tuttavia, negli ultimi mesi, le tensioni tra Israele e Hezbollah sono aumentate notevolmente, specialmente dopo l’intensificarsi degli scontri tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Gli attacchi contro le forze di pace dell’Unifil non sono nuovi; solo pochi giorni prima dell’incidente a Shama, una granata israeliana era caduta nella stessa base senza esplodere.
Reazioni internazionali
In risposta agli attacchi recenti, l’Unifil ha ribadito la necessità di rispettare l’inviolabilità delle sue forze e delle strutture. Ha avviato indagini sugli incidenti e ha informato le Forze Armate libanesi. Tajani ha inoltre chiesto chiarimenti alle autorità israeliane riguardo alla sicurezza dei militari italiani e ha espresso la sua preoccupazione per la continua escalation della violenza nella regione. L’attacco alla base italiana di Unifil a Shama rappresenta un episodio significativo nel contesto delle crescenti tensioni tra Israele e Hezbollah.
Mentre le forze di pace continuano a operare in condizioni difficili, la sicurezza dei soldati italiani rimane una priorità fondamentale per il governo italiano. La comunità internazionale deve monitorare attentamente la situazione per prevenire ulteriori escalation e garantire la protezione delle forze di pace impegnate in missioni vitali per la stabilità regionale. Intanto, l’Argentina ha notificato alla missione di peacekeeping dell’Onu in Libano (Unifil) l’intenzione di ritirare i suoi tre ufficiali.