Libano, formato un governo “di riforma e salvezza” dopo anni di stallo: sfide economiche e pace con Israele

Salam presenta l’esecutivo con 5 donne, accordo su ministeri sciiti e ritorno delle Forze Libanesi. Ghassan Salameh alla Cultura

Nawaf Salam

Nawaf Salam

Dopo tre settimane di consultazioni e oltre due anni di un esecutivo incaricato di gestire gli affari correnti nel pieno di una grave crisi economica e del conflitto con Israele, il Libano ha annunciato la formazione di un nuovo governo “di riforma e salvezza”. Il gabinetto del premier Nawaf Salam, composto da 23 ministri più il primo ministro, è stato presentato al termine di un incontro tra Salam, il presidente Joseph Aoun e il presidente del Parlamento Nabih Berri.

A complicare le trattative negli ultimi giorni era stato il ministero da assegnare a un quinto esponente sciita: questione risolta affidando il ministero dello Sviluppo amministrativo a Fadi Makki, esperto di economia, sotto la quota del premier piuttosto che delle formazioni sciite Amal ed Hezbollah, stando a quanto ricostruito dai media libanesi. Salam aveva annunciato che dal governo sarebbero stati esclusi membri dei partiti politici e qualsiasi ministro che intendesse candidarsi alle elezioni legislative previste per l’anno prossimo. Quindi i ministri non sono affiliati a partiti politici, ma sono stati scelti dopo aver consultato i leader politici.

Come anticipato dai media, il ministero delle Finanze è rimasto nelle mani della comunità sciita e di uno stretto collaboratore del presidente del Parlamento, Yassine Jaber. Ad esponenti sciiti sono poi stati affidati i ministeri dell’Ambiente, del Lavoro e della Sanità. Anche il partito Forze Libanesi, fortemente contro Hezbollah ed escluso da oltre cinque anni dall’esecutivo, ha potuto indicare quattro ministri, tra cui il ministro degli Esteri, Youssef Raji, e il ministro dell’Energia, Joseph Saddi. Il governo comprende poi figure indipendenti come l’ex inviato speciale Onu per la Libia, Ghassan Salameh, a cui è stato affidato il ministero della Cultura, e il politico e intellettuale Tarek Mitri, nominato vice premier. Cinque sono le donne dell’esecutivo.

Salam ha sottolineato che sarà un governo di “riforma e salvezza, per garantire sicurezza e stabilità in Libano”, che darà “piena attuazione alla risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, oltre che al cessate il fuoco in vigore con Israele dallo scorso novembre e in scadenza il prossimo 18 febbraio. “Ero d’accordo con il premier Salam sul fatto che il governo non avrebbe compreso ministri di partiti politici, che sarebbe stato omogeneo e unito e che avrebbe lavorato come una squadra unita”, ha fatto sapere il presidente Aoun, assicurando in un comunicato che “i membri del governo sono imparziali e saranno certamente al servizio di tutto il popolo libanese perché il loro obiettivo è servire gli interessi del Libano”.

Il nuovo governo, che terrà la sua prima riunione al palazzo presidenziale martedì 11 febbraio alle 11, avrà il compito di attuare le riforme necessarie per sbloccare miliardi di dollari di aiuti dei donatori internazionali, supervisionare il fragile cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah e ricostruire il paese. La comunità internazionale sollecita da tempo le riforme necessarie per sbloccare fondi ingenti volti a rivitalizzare un’economia in crisi dal 2019. Il nuovo governo dovrà rivedere gli accordi, in particolare con il Fondo monetario internazionale (Fmi), e prepararsi alle prossime elezioni legislative.