Nelle ultime ore, il Libano è stato scosso da una serie di esplosioni simultanee che hanno causato la morte di oltre 10 persone e il ferimento di centinaia di altre. Secondo il Ministero della Salute libanese, le esplosioni hanno coinvolto dispositivi radio, in particolare walkie talkie, utilizzati in varie località del Paese, inclusa la capitale Beirut e altre città meridionali come Sidone. I media libanesi riportano che le esplosioni sono avvenute durante i funerali di persone uccise il giorno precedente in un attacco hacker, attribuito a Israele, contro i miliziani di Hezbollah.
Le detonazioni hanno riguardato soprattutto radio VHF di marca Icom, modello IC-V82, danneggiate o completamente distrutte. Le immagini e i video condivisi sui social media mostrano scene drammatiche con corpi di persone a terra, alcune ferite gravemente e altre morte. Le località colpite comprendono, oltre a Beirut, aree della Bekaa e del sud del Libano, dove esplosioni simili hanno interessato anche sistemi di alimentazione a pannelli solari e macchine per il riconoscimento delle impronte digitali.
La situazione si è ulteriormente aggravata quando Hashem Safieddine, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah e cugino del leader del gruppo Hasan Nasrallah, ha promesso vendetta per questi attacchi. “Questi attacchi saranno puniti in modo unico”, ha dichiarato Safieddine, minacciando una “vendetta sanguinosa”. Safieddine ha ribadito che il gruppo sciita filoiraniano non si piegherà di fronte a questi atti e che “il nemico dovrebbe sapere che non siamo sconfitti e non ci ritireremo”. Le parole di Safieddine riflettono una crescente tensione tra Hezbollah e Israele, alimentata dagli attacchi che si sono intensificati negli ultimi giorni.
Il gruppo Hezbollah ha annunciato che il suo leader, Hasan Nasrallah, terrà un discorso giovedì pomeriggio, alle 17 ora locale, per affrontare “gli ultimi sviluppi” e delineare la risposta del movimento a queste esplosioni. Questo discorso è molto atteso, poiché Hezbollah ha già dichiarato che continuerà le sue operazioni a sostegno della Striscia di Gaza, mantenendo un percorso parallelo a quello del conflitto con Israele in Libano.
Nel frattempo, il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha tenuto un discorso alla base dell’aeronautica militare Ramat David, in cui ha affermato che il conflitto sta entrando in una nuova fase. Gallant ha dichiarato che “il centro di gravità si sta spostando verso nord” con il trasferimento di risorse e forze verso il confine con il Libano. L’esercito israeliano ha già annunciato che la sua 98ma divisione si sta spostando da Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, verso il nord del Paese, nell’ambito delle tensioni con Hezbollah. Questo spostamento segnala un cambiamento nella strategia di Israele, che ora sembra focalizzare la sua attenzione anche sulla minaccia proveniente dal Libano, oltre che su quella nella Striscia di Gaza.
“E’ una situazione preoccupante l’escalation – ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani -. L’Italia lavora per cercare di impedire il rischio che c’è di una guerra regionale. Abbiamo parlato con tutti gli interlocutori. Domani a Parigi incontrerò il segretario di Stato americano e i ministri degli Esteri britannico e francese, e probabilemente anche quello tedesco, per fare il punto sulla situazione per capire quali iniziative poter intraprendere. Poi il G7 si riunirà la prossima settimana a New York per valutare eventuali iniziative diplomatiche finalizzate a una de-escalation”.
Le esplosioni dei dispositivi radio sono state interpretate da molti come un sofisticato attacco hacker contro Hezbollah, che ha causato danni devastanti al gruppo. Secondo fonti della televisione saudita Al Hadath, circa 500 miliziani di Hezbollah sono rimasti accecati a seguito delle esplosioni dei loro cercapersone sia in Libano che a Damasco. Questo rappresenta un colpo significativo per il gruppo, che ha perso numerosi membri chiave nei recenti attacchi. Oltre alle perdite tra i miliziani, il governo libanese ha rilasciato le generalità di tre civili uccisi, tra cui due minori. Si tratta di Fatima Abdallah, una bambina di 10 anni della regione di Baalbek, e Muhammad Bilal, un giovane della periferia sud di Beirut. Un’altra vittima è l’infermiera Atta Dirani, colpita mentre lavorava in un ospedale nella regione di Baalbeck. Le vittime sono state coinvolte nelle esplosioni mentre si trovavano nelle vicinanze dei dispositivi radio danneggiati.
La portata delle esplosioni ha colpito profondamente anche la comunità internazionale. L’Iran ha condannato con forza Israele, accusandolo di essere il mandante dietro queste esplosioni coordinate. Durante una sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il rappresentante iraniano Saeed Iravani ha descritto l’accaduto come un “cyber attacco terroristico”, sostenendo che il regime israeliano debba essere ritenuto responsabile per quello che è stato definito “un crimine efferato”. L’ambasciatore iraniano a Beirut, Mojtaba Amani, è rimasto ferito durante una delle esplosioni, aumentando ulteriormente la tensione tra Iran e Israele. Anche la Russia ha espresso preoccupazione per l’escalation delle tensioni nella regione. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha avvertito che gli attacchi in Libano potrebbero portare a una “situazione fuori controllo”.
La comunità internazionale teme che il conflitto tra Hezbollah e Israele possa allargarsi, destabilizzando ulteriormente un Medio Oriente già martoriato da conflitti regionali. Le autorità libanesi stanno cercando di gestire la crisi e stabilire le responsabilità dietro gli attacchi, ma la situazione sul campo rimane tesa. Mentre il numero dei feriti continua a crescere e molte persone si trovano in gravi condizioni, si attende il discorso di Hasan Nasrallah, che potrebbe delineare il futuro delle operazioni di Hezbollah e la sua risposta a questi attacchi. La minaccia di ulteriori violenze è alta, e il Libano, già segnato da profonde divisioni interne, rischia di sprofondare in una nuova fase di conflitto su vasta scala.
Sul fronte israeliano, le Forze di difesa (IDF) hanno annunciato la morte di quattro soldati durante i combattimenti a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Tra le vittime figura Agam Naim, una sergente paramedico di 20 anni, la prima soldatessa a perdere la vita nell’offensiva terrestre contro Hamas, portando il totale delle vittime israeliane a 348 dall’inizio dell’offensiva. Mentre si attendono ulteriori sviluppi, la situazione in Libano e nella regione mediorientale rimane altamente volatile. L’intensificazione degli attacchi e delle tensioni ha messo a dura prova i già fragili equilibri regionali, e la comunità internazionale teme che la situazione possa degenerare ulteriormente nei prossimi giorni.