Libia, morti 3 soldati francesi. Parigi ammette la presenza militare

Libia, morti 3 soldati francesi. Parigi ammette la presenza militare
20 luglio 2016

di Corrado Accaputo

HOLLANDETre soldati francesi sono stati uccisi domenica in Libia. A tre giorni da quello che è stato definito “un incidente di elicottero”, Parigi ha ammesso oggi per la prima volta che sì, ci sono membri delle forze speciali francesi nel Paese nordafricano. A confermare le indiscrezioni che da mesi circolavano sulla stampa internazionale sono stati il presidente François Hollande e il suo ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian. I tre militari sono morti in “un incidente di elicottero” in Libia, un Paese in cui la Francia conduce “pericolose operazioni di intelligence”, ha dichiarato il capo dello Stato. “La Libia stessa conosce un’instabilità pericolosa. Si trova solo a qualche centinaia di chilometri dalle coste europee. Tre dei nostri soldati che erano impegnati in queste operazioni hanno perso la vita. Rendo loro il mio omaggio davanti a voi”, ha dichiarato Hollande al Centro nazionale di addestramento delle forze della Gendarmeria di Saint-Astier. Da parte sua, Le Drian ha elogiato “il coraggio e la dedizione di questi soldati impegnati al servizio della Francia e che svolgono tutti i giorni missioni pericolose contro il terrorismo”. Né Hollande né Le Drian hanno chiarito le circostanze esatte dell’incidente. Secondo alcune fonti libiche, rilanciate dalla stampa internazionale, i militari sarebbero stati uccisi domenica scorsa vicino Bengasi, nell’Est del Paese, quando una milizia islamista – la “Camera per le operazioni per la liberazione di Ajdabya”, gruppo armato legato alla “Brigata per la difesa di Bengasi” – ha annunciato di avere abbattuto un elicottero con militari a bordo. La milizia ha anche pubblicato online alcune immagini del velivolo abbattuto, evocando la presenza a bordo di almeno due francesi, un giordano e un libico.

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L’apparecchio filmato è un elicottero d’attacco di fabbricazione russa e apparterrebbe alle forze del generale Khalifa Haftar, le uniche a disporne in questo settore del Paese. L’incidente, dunque, confermerebbe la discreta (fino ad oggi) collaborazione militare occidentale con le forze guidate dal generale Haftar, l’uomo forte dell’Est al comando di una coalizione anti-islamista che si oppone alla milizie islamiche e jihadiste in quella regione della Libia nonché al governo di unità nazionale guidato dal primo ministro Fayez al Sarraj e installato a Tripoli con il sostegno e la mediazione delle Nazioni unite. Se, dunque, almeno ufficialmente, la Comunità internazionale appoggia esclusivamente l’esecutivo di Sarraj e continua ad escludere una presenza militare in Libia senza che vi sia una richiesta esplicita delle legittime autorità libiche (non ancora pervenuta), è ormai chiaro che alcuni Paesi come la Francia hanno deciso di fare un passo avanti. “Le forze francesi sono là per aiutare e fare in modo che la Francia sia presente ovunque nella lotta al terrorismo”, ha spiegato il portavoce del governo, Stéphane Le Foll. In altre parole, forze di élite francesi sono intervenute a Bengasi per sostenere l’offensiva lanciata da Haftar contro le forze islamiste. Secondo informazioni mai confermate ufficialmente, un commando di circa 150 uomini sarebbe stato dislocato presso la base aerea Benina, a 19 chilometri da Bengasi. Qui i francesi avrebbero stabilito un “comando di coordinamento” per le operazioni con l’esercito libico. L’operazione vedrebbe impegnati paracadutisti della Legione straniera e dell’Esercito, Commando paracadutisti dell’Aria, incursori e fanti di Marina. La coincidenza tra l’arrivo delle forze straniere, già alcuni mesi fa, e alcune vittorie militari di Haftar è stata giudicata problematica da alcune fonti diplomatiche.

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Se, infatti, il generale libico dice di condurre la sua lotta esclusivamente contro “terroristi ed estremisti”, egli tende in realtà a racchiudere sotto questo ombrello tutti i suoi avversari, alcuni dei quali non sono specificamente legati al movimento jihadista. “L’aiuto delle forze speciali francesi ad Haftar rafforza gli ostacoli al processo politico”, ha sottolineato una fonte citata da Le Monde. In realtà, i francesi non sono gli unici occidentali ad aiutare Haftar contro le reti jihadiste nella Libia orientale. Il Washington Post ha rivelato il 12 maggio scorso che forze speciali americane erano presenti a Bengasi, così come a Misurata, nella parte Occidentale del Paese, regione dominata da fazioni anti-Haftar. Lì sono state raggiunte da unità britanniche per aiutare la coalizione delle milizie dell’Ovest, alleate del governo Sarraj, nella loro offensiva contro Sirte, dove l’Isis ha stabilito la sua roccaforte nel Nordafrica. Un contributo, quello occidentale a Bengasi e Misurata, che ha prodotto un risultato duplice: da una parte ha limitato le pericolose mire espansionistiche dell’Isis nel Paese, dall’altra ha consolidato i due blocchi rivali, le milizie occidentali che ruotano attorno a Misurata e le forze del generale Haftar nella regione orientale, con il rischio evidente di un’escalation delle violenze interlibiche e di una divisione politica e militare della Libia. Proprio l’obiettivo opposto al processo perseguito dalle Nazioni Unite e lanciato in Marocco alla fine di dicembre del 2015.

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