“Nelle incisioni, ritroviamo le alternanze della grande storia, le effigi testimoni dei giorni della democrazia e di quelli della tirannide. Le figure rappresentate sulle monete sono simboli anche di una grande abbondanza e ricchezza. La loro fine lavorazione ci riporta a un tempo in cui l’Isola era uno dei centri più progrediti del Mediterraneo sia nell’industria che nelle arti, nell’agricoltura e nella cavalleria” osserva il presidente Crocetta. “Il percorso di sviluppo della Sicilia non può prescindere da una riscoperta dell’identità siciliana, e una riscoperta matura dell’identità siciliana, dunque, non può prescindere da una conoscenza profonda delle proprie eredità culturali – prosegue Crocetta -. Le monete sono allora il racconto corale di un popolo operoso, aperto agli scambi e vivo nei commerci, e di una terra crocevia di popoli e valori, capace di accogliere e valorizzare le diverse sensibilità mediterranee in contaminazioni uniche e irripetibili, che non smettono di affascinare”.
Dopo un’introduzione sulla storia della città, a partire dalla sua fondazione fino alla sua distruzione nel 282 a.C., segue il catalogo vero e proprio in cui sono elencate le monete emesse dall’antica città di Gela durante il periodo greco e conservate presso il Museo Archeologico della città. Esso si divide in due parti. Nella prima sono esposte le monete d’argento: si tratta quasi esclusivamente di didrammi che recano gli stessi tipi e sono stati raggruppati in base alla posizione della legenda sulla moneta. Nella seconda parte sono elencate le monete di bronzo. In questa sezione sono presentate anche le foto di alcuni reperti archeologici di particolare valore, custoditi presso il Museo di Gela. Completa il volume un’appendice con una breve storia del Medagliere della Biblioteca Vaticana, che precede il catalogo delle diciotto monete dell’antica Gela conservate in Vaticano, tra cui figurano esemplari non presenti nella collezione di Gela, molti dei quali si distinguono per il loro ottimo stato di conservazione.