A 20 anni dal suo “Radiofreccia” Ligabue porta al cinema “Made in Italy”, sempre con Stefano Accorsi, per raccontare la storia di un uomo normale, dalla crisi al cambiamento, attraverso un ventaglio di emozioni e di canzoni. Il film, nei cinema dal 25 gennaio, nasce dal concept album omonimo, ed è ambientato in quella provincia silenziosa che il cantautore-regista conosce bene, e che in qualche modo è uno specchio dell`Italia. “Il mio amore per questo Paese non viene meno nonostante la frustrazione per i difetti mai risolti, siamo abituati alla sua bellezza e rassegnati al malfunzionamento. – ha detto Ligabue alla presentazione del film – Volevo raccontare questo attraverso gli occhi di chi ha meno di me. Mi interessava raccontare gli stati d`animo di gruppi di persone per bene che non vengono raccontate perché poco interessanti dal punto di vista drammaturgico. Io ho tanti amici, brave persone, non molto rappresentate, volevo dargli voce”. Il protagonista del film, Riko, interpretato da Accorsi, e sua moglie (Kasia Smutniak) attraversano un percorso di trasformazione, con coraggio nonostante le difficoltà. “Il cambiamento fa paura, di solito ci si ancora a 2-3 certezze, ma il cambiamento è un movimento naturale della vita. – ha affermato Ligabue – Riko ha un`inquietudine che gli fa vedere le cose strette, ha bisogno di cambiare lo sguardo, il punto di vista. Il film riguarda proprio questo: il cambiare lo sguardo sulle cose sotto mano”. L`ultimo film del cantautore, “Da zero a dieci”, era uscito nel 2002, e Ligabue ha spiegato così il suo ritorno al cinema: “Fare film è faticosissimo, per me che sono abituato a fare i conti con emozioni che fluiscono, mentre fare un film vuol dire progettare emozioni. – ha detto – Mi sono riavvicinato alla regia perché non avevo più la scusa di non avere una storia. La storia questa volta la avevo”.