L’Infinito di Leopardi all’asta. L’appello al Mibact

Arriva dalle Marche l’appello al ministero per i Beni culturali per evitare che il terzo manoscritto dell’Infinito di Leopardi cada in mano ai privati con un’asta, al prezzo di base di 150mila euro. Lo scritto fa parte dell’archivio dei conti Servanzi Collio di San Severino Marche ed è stato ritrovato da Luca Pernici, direttore degli Istituti culturali del Comune
di Cingoli, a Macerata. Il testo autografato, il terzo dopo quelli conservati a Napoli e Visso, è identico al primo.
Sul retro dell’autografo, probabilmente redatto tra il 1821 e il 1822, figurano l’indirizzo del destinatario, il ‘Priore Comunale di S. Vittoria’, un bollo prefilatelico di Montefalcone Appenino, un piccolo quadrato verde sbiadito, residuo consunto di un sigillo, e la nota di assunzione al protocollo.

Secondo la prof. Laura Melosi, docente della cattedra Leopardi presso l’ateneo maceratese, lo scritto probabilmente accompagnava una sorta di “raccomandazione” per la carriera militare di Luigi, uno dei nipoti di Giacomo Leopardi. “Ma dobbiamo continuare a lavorare, insieme a Casa Leopardi, per ricostruire con maggiore sicurezza le circostanze della ‘fuoriuscita’ di questo documento”.

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