Cronaca

L’infinito pattugliamento, in 5 giorni salvate 12.000 persone, 70 non ce l’hanno fatta.

I dispersi non si contano ma i cadaveri arrivano con le barche insieme ai migranti salvati in mare. Quella che sta per finire è stata una settimana particolarmente difficile per i salvataggi nel canale di Sicilia con tre naufragi, almeno 70 vittime e oltre 12 mila migranti soccorsi. Il mare calmo e il bel tempo hanno spinto i disperati del mare a prendere d’assalto i barconi che stracarichi di persone non hanno retto e il primo mercoledì, il secondo giovedì e il terzo ieri sono naufragati lasciando in acqua decine di persone. Le navi della Marina Militare, impegnate nel pattugliamento del canale di Sicilia, ma non solo, hanno faticato non poco a trarre in salvo così tante persone, tra cui donne incinte e bambini, come la piccola Favour, la cui foto in braccio al medico di Lampedusa ha fatto il giro del mondo.

Gli sbarchi non hanno riguardato soltanto la Sicilia ma sono avvenuti anche in Sardegna, Calabria e Puglia. Solo ieri sono state diciassette le operazioni di soccorso coordinate dalle Capitanerie di porto per un totale di 1.900 persone recuperate a bordo di 16 gommoni. Sul barcone affondato ieri c’erano invece 135 persone oltre a 45 morti. Giovedì scorso i morti stimati erano stati 20 a causa del barcone che si era rovesciato a 35 miglia dalla Libia. Anche in quel caso i superstiti, intercettati da un velivolo di Eunavformed, hanno parlato di un centinaio di dispersi. Mercoledì scorso era stata la volta del naufragio del barcone col ponte stipato all’inverosimile che ondeggia paurosamente sotto il peso dei passeggeri, si piega sul lato sinistro ed infine si ribalta completamente. Il pattugliatore Bettica salva 562 persone, recupera cinque morti ma si pensa che nella stiva del peschereccio possano essere rimasti in molti.

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