Ogni anno si registrano oltre 500.000 nuove diagnosi di linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) a livello mondiale, con circa 13.200 casi in Italia. Questa forma di linfoma non Hodgkin è la più comune e tra le più aggressive, e molti pazienti possono manifestare ricadute o sviluppare una malattia refrattaria dopo il primo trattamento.
A dicembre 2023, l’anticorpo polatuzumab, in associazione al regime chemioterapico R-CHP, è diventato la prima terapia approvata e rimborsata dal Sistema Sanitario Nazionale italiano negli ultimi 20 anni.
Andrea Marcellusi, presidente dell’Ispor Italy Chapter Roma e docente presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università Statale di Milano, ha spiegato come le analisi economiche riflettano l’efficacia del trattamento. “Abbiamo replicato lo studio Polarix, che ha valutato l’efficacia di polatuzumab e quantificato i benefici in termini di qualità della vita per i pazienti,” ha detto Marcellusi. Le analisi indicano che un trattamento efficace in prima linea può ridurre il numero di trattamenti successivi, portando a una significativa diminuzione dei costi sanitari.
A poco più di un anno dall’approvazione, uno studio ha dimostrato che i pazienti trattati con polatuzumab hanno avuto il 23% in meno di probabilità di necessitare ulteriori trattamenti anti-linfoma rispetto ai pazienti trattati con R-CHOP. Questo porta a un risparmio medio stimato di 12.300 euro per paziente nel primo anno. “Trattando circa cinquemila pazienti, potremmo ottenere una riduzione della spesa di circa 60 milioni di euro in tre anni,” ha sottolineato Marcellusi.
L’innovazione terapeutica sta cambiando la storia dei tumori del sangue. Davide Petruzzelli, presidente de La Lampada di Aladino ETS, ha affermato che “la storia di questa malattia sta cambiando grazie a nuovi approcci.” È fondamentale considerare il valore delle terapie non solo come costo immediato, ma anche per i benefici a lungo termine che possono portare alla qualità della vita dei pazienti.
L’approvazione di polatuzumab rappresenta un’importante svolta nel trattamento del DLBCL, offrendo nuove speranze ai pazienti e migliorando la sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Con un’efficacia dimostrata e un potenziale risparmio economico significativo, questa terapia potrebbe rivoluzionare la gestione del linfoma diffuso a grandi cellule B in Italia e oltre.