Cultura e Spettacolo

L’inquietudine del frammento, i molti linguaggi di Mario Milizia

Accumulare, incrociare, scatenare continue collisioni. E’ una mostra inquieta e dinamica quella che la galleria milanese VIASATERNA di Irene Crocco propone fino a metà marzo: “Controcuore”, una personale di Mario Milizia. L’artista utilizza tecniche diverse, dalla scultura in bronzo all’arazzo, dall’intervento pittorico alla ricomposizione di un mobile antico sotto forma di modello architettonico. Il tutto partendo da un elemento base per definizione eterogeneo: il frammento.

“Il frammento per me è tutto – ci ha spiegato Milizia – perché non inizio mai a lavorare con qualcosa di cui conosco i confini. Io lavoro per piccoli passi, e il grosso del lavoro, non solo mentale, ma anche manuale, è quello poi di provare a mettere insieme questi elementi, questi frammenti”. I lavori di Milizia comprendono per l’appunto un “controcuore”, ossia un elemento classico del camino, decorato però con frammenti apparentemente in conflitto tra loro, oppure arazzi con poesie scritte con la tecnica del cut-up, tradotte e poi rimaneggiate in seguito all’analisi del DNA dello stesso artista, o ancora le riproduzioni di dipinti spagnoli minori dell’800 sui quali è intervenuto con bianchetto e smalto per unghie. In un dialogo intenso con i differenti ambienti di VIASATERNA, che restituisce una sensazione di costante ricerca che appare la cifra più interessante dell’esposizione. “Io provo a usare un po’ tutti i linguaggi – ha aggiunto Milizia – che siano visivi, estetici e anche concettuali, è una caratteristica che mi contraddistingue. Anche i lavori precedenti sono stati fatti a partire da degli scritti: la narrazione si mescola con la pittura, si mescola con le esperienze, quindi vari linguaggi che provano a stare insieme, in una guerra, in un divenire”. “Controcuore”, curata dal collettivo Fantom, è una mostra instabile, ma che si fonda su una eccitazione nei confronti dell’ignoto il cui senso più profondo va al di là dei confini del mondo dell’arte.

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