[gallery columns="4" ids="150575,150576,150577,150578,150579,150580,150581,150582,150583,150572"] E' di almeno 47 morti l'ultimo bilancio del duplice attentato sferrato questa mattina contro due chiese copte in Egitto e rivendicato dall'Isis. Lo hanno reso noto fonti governative egiziane. Nella prima esplosione, che si è verificata nella chiesa di Mar Girgis a Tanta, 120 chilometri a Nord del Cairo, sono morte almeno 31 persone e 78 sono rimaste ferite. La deflagrazione è avvenuta poco prima delle ore 10, mentre la comunità cristiana copta assisteva alla messa della domenica che introduce la settimana santa. Nella seconda deflagrazione, avvenuta nei pressi della chiesa di San Marco ad Alessandria d'Egitto, a pochi giorni dalla visita del papa, sono morte 16 persone e 41 sono rimaste ferite. In un primo momento si era diffusa la notizia di uno scoppio nei pressi della chiesa, poi il governatore di Gharbiya, il generale Ahmad Deif, ha confermato al canale televisivo Nile News che l'esplosione ha avuto luogo "all'interno della chiesa", dove il papa copto Tawadrow aveva introdotto di prima mattina le celebrazioni delle Palme, secondo la pagina Facebook ufficiale della chiesa ortodossa copta. Subito dopo, i servizi di sicurezza sono stati inviati a rastrellare la zona attorno al santuario, per accertare che non vi fossero altri ordigni nei dintorni.
Lo scoppio sarebbe avvenuto tra le prime file dei banchi pieni di fedeli. Ma, secondo Deif, non ci sono informazioni che permettano già di stabilire la natura dell'attentato. "O è stata piazzata una bomba o qualcuno si è fatto saltare in aria", ha commentato. Nelle immagini mandate in onda dalla tv privata Extra News si vedono il pavimento e i muri della chiesa imbrattati di sangue. E' stata subito attribuita a un kamikaze, invece, la seconda esplosione, ad Alessandria d'Egitto, nelle immediate vicinanze di una chiesa. Dopo questo secondo attentato, l'Isis, che ha in precedenza esortato a prendere di mira i cristiani, ha rivendicatore la paternità di entrambe le azioni: "squadre dello Stato islamico hanno compiuto gli attacchi a due chiese a Tanta e ad Alessandria", ha detto il gruppo jihadista con il tradizionale comunicato dell'agenzia Amaq, vicina al Califfato nero. Il Papa, atteso in Egitto a fine mese, ha espresso cordoglio per le vittime, che al momento della preghiera conclusiva di Papa Francesco pronunciata in piazza San Pietro in occasione della Domenica delle Palme erano ancora quelle del primo attentato. "Il Signore converta i cuori delle persone che seminano terrore, violenza e morte, e anche il cuore di quelli che fanno e trafficano le armi", è l'appello lanciato dal Pontefice.
L'attentato di oggi alla cattedrale di Tanta, a nord del Cairo, e' l'ennesimo attacco contro i cristiani in Egitto, comunita' cristiana con radici millenarie che vanta 10 milioni di fedeli, moltissimi appartenenti alla diaspora, che formano il 10% della popolazione del Paese a stragrande maggioranza musulmana. Dalle Primavere Arabe del 2011 e dalla cacciata di Hosni Mubarak, che godeva del sostegno dell'ex patriarca Shenouda III, i copti hanno vissuto in uno stato di crescente tensione che ha avuto il suo apice durante il periodo del governo del presidente islamista, Mohamed Morsi. Solo dal 2013 vi sono stati una quarantina fra aggressioni di cristiani e attacchi a chiese, in pratica un episodio al mese, con decine di morti. L'epicentro delle violenze e' l'Egitto rurale e in particolare la regione di Minya, il turbolento governatorato con il mix esplosivo di un 35% di popolazione cristiana e un forte radicamento jihadista.
Il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, che ha destituito Morsi promettendo di ripristinare l'ordine e di proteggere le minoranze, ha ribadito anche recentemente che gli egiziani "sono tutti uguali nei loro diritti e nei loro doveri, in accordo con la Costituzione" e ha lodato la calma e la saggezza con cui la comunita' cristiana sta rispondendo alle violenze. Una legge per punire ogni atto che mina all'unita' nazionale e per allentare le limitazioni per la costruzione di nuove chiese e' all'esame del Parlamento. I copti sono una minoranza che ha sempre avuto un ruolo chiave nell'economia e nell'establishment dell'Egitto, anche se molti di loro oggi vivono sotto la soglia di poverta'. Sono cristiani la maggioranza degli orafi e la gran parte degli impiegati nel settore farmaceutico del Paese, cosi' come alcune delle famiglie piu' ricche dell'Egitto come i Sawiris, che controllano il gigante delle telecomunicazioni Orascom. Dinastie di copti hanno ricoperto incarichi politici di primo piano: un membro della famiglia Boutros Ghali ha sempre fatto parte dei vari governi prima della caduta di Mubarak e un suo esponente, Boutros Boutros Ghali, e' stato ministro degli Esteri prima di diventare segretario dell'Onu.