Lo Stato islamico (Isis) ha guadagnato terreno nei dintorni della città siriana di Deir Ezzor nel secondo giorno di attacco brutale, nonostante pesanti attacchi da parte degli aerei del governo di Damasco, riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. In meno di quarant’otto ore è di almeno 39 morti (12 uomini forze governative, 20 jihadisti, 7 civili) il bilancio provvisorio delle vittime degli scontri ancora in corso fra le forze governative e le milizie jihadiste. I jihadisti hanno conquistato territori vicino alla città che ospita una base aerea. “L’Isis ha conquistato diverse colline che sovrastano l’aeroporto”, spiega il capo dell’Osservatorio Rami Abdel Rahman. L’avanzata viene “nonostante 120 attacchi aerei realizzati dalle forze del regime sulle postazioni jihadistwe da sabato mattina, in aggiunta a pesante fuoco d’artiglieria”. Circa 200mila persone vivono a Deir Ezzor, che è assediata dall’Isis dall’inizio 2015 ed è la capitale della provincia omonima, ricca di petrolio. L’Isis già controlla più di metà della città e vorrebbe conquistarne il resto, compreso l’aeroporto militare. umani.
CONDOTTE ACQUA Intanto, violenti combattimenti hanno avuto luogo nella notte nel settore di Wadi Barada, vicino alla capitale siriana, tra forze governative e ribelli, poche ore dopo l’assassinio di un negoziatore. L’ha riferito oggi l’Osservatorio siriano dei diritti umani. “Violenti combattimenti sono scoppiati dopo la mezzanotte tra forze del regime e combattenti degli Hezbollah libanese da una parte e gruppi ribelli dall’altra”, ha indicato sempre Abdel Rahman. I combattimenti proseguono nell’area a 15 km da Damasco dal 20 dicembre, nonostante l’entrata in vigore a fine di cembre di un accordo di cessate-il-fuoco in Siria mediato da Russia, Iran e Turchia, che prevede negoziati tra le parti in conflitto a partire da 20 gennaio ad Astana, la capitale del Kazakistan. Questi combattimenti hanno danneggiato le condotte dell’acqua che alimentano Damasco, creando disagi a oltre 5 milioni di cittadini siriani della capitale.
MORTE CAPO NEGOZIATORI Il capo della commissione dei negoziatori del governo siriano che tratta con i ribelli nella valle del fiume Barada, controllata dagli insorti e dove proseguono i combattimenti nonostante la tregua, e’ stato ucciso da un gruppo di sconosciuti. L’ufficiale in pensione, Ahmad al Ghadban, è stato ucciso 24 dopo che il presidente siriano Bashar al-Assad gli aveva affidato la direzione della commissione. Sempre secondo Abdel Rahman, “le forze del regime hanno tentato con i loro alleati di avanzare verso la località di Ain el Fije, dove si trovano le fonti d’acqua” e hanno bombardato con l’artiglieria pesante dfopo mezzanotte le zopne di combattimento. Le due parti si accusano reciprocamente della morte di Ghadban, che aveva assunto le funzioni 24 ore prima della sua uccisione in virtù d’un accordo che permetteva l’ingresso delle squadre di manutenzione a Wadi Barada. Queste dovevano riparare le infrastrutture che alimentano di acqua la capitale.