Listini a picco in tutto il mondo, Milano crolla e perde il 4,8%

Un mercoledì nero per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che ha lasciato sul terreno il 4,83% scivolando sotto la soglia dei 18mila punti a 17.967, valori che non si vedevano da circa due anni. Ma essere travolti oggi sono tutti i listini mondiali, a partire questa mattina dalle forti perdite accusate in Asia, per proseguire con Parigi (-3,45%) e Londra (-3,46%) e con Wall Street, in pesante ribasso. “Panic sell in atto”, ha sintetizzato un analista. A pesare i rinnovati timori per la crescita globale è il continuo crollo del prezzo del greggio, sceso oggi sotto i 28 dollari. A Milano nessun titolo del paniere principale ha chiuso col segno più. E’ un tracollo ormai senza fine per Mps e Carige, gli istituti bancari considerati più vulnerabili, nel mirino del mercato da tre giorni. Nonostante il divieto alle vendite allo scoperto e le rassicurazioni proveniente da più fronti – dall’Ad Viola al ministro Padoan – le azioni del Monte Paschi hanno accusato una perdita del 22%, sprofondando a 0,51 euro e portando la capitalizzazione di Borsa sotto quota 1,5 miliardi. Carige ha lasciato sul terreno il 17,79% a 0,64 euro. Pesante anche il Banco Popolare (-10,88%), Credito Valtellinese (-10,13%), Unicredit (-7,77%), Bper (-7,3%) e Ubi (-6,68%). Ma oggi a essere sotto attacco non state solo le banche: l’ondata di vendite non ha risparmiato nessuno. Saipem, complice il continuo calo del prezzo del petrolio, ha chiuso in calo del 10,44%. Malissimo anche Anima (-8,96%), Buzzi (-7,22%), Exor (-7,12%). Le tensioni si sono fatte sentire oggi anche sui nostri titoli di Stato, con lo spread tra Btp e Bund decennali che nel corso della seduta è arrivato a toccare fino a 126 punti rispetto ai 109 della chiusura di ieri.

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redazione