È in arrivo il terzo decreto interministeriale con cui domani, al più tardi all’inizio della settimana prossima, l’Italia consegnerà un nuovo pacchetto di armi all’Ucraina. “Invieremo altri uomini ai confini e altre armi” dice il ministro della Difesa al Gr1Rai, puntualizzando che “il Parlamento è stato molto chiaro, l’invio di armi è finalizzato a consentire all’Ucraina di difendersi e di difendere la sua popolazione dall’aggressione russa”. In altre parole, per l’esponente del governo Draghi, in questo senso il nuovo invio di armi non è altro che “la prosecuzione del nostro impegno così come indicato dal Parlamento”. “Vorrei essere chiaro – aggiunge – questo impegno non può essere disgiunto dal lavoro e dallo sforzo che stiamo facendo insieme agli altri Stati europei”. Uno “sforzo diplomatico per raggiungere il cessate il fuoco e per avviare i negoziati”.
Anche per la ministra per il Sud, Mara Carfagna, “non serve un nuovo voto in Parlamento sulle armi a Kiev”, “le scelte di questa portata si esaminano in Parlamento solo se succede qualcosa di radicalmente nuovo, non certo perché qualche partito ha cambiato idea o cerca una vetrina”. In merito alla vicenda dell’invio di armi su cui si è detto contrario anche Matteo Salvini “è ovvio – osserva la ministra – che sono per la pace e contro le armi. Ma se non fornissimo armi a Kiev, la Russia raderebbe al suolo l`Ucraina e al tavolo della diplomazia non si parlerebbe di pace ma di capitolazione, di resa senza condizioni”. Inoltre, aggiunge, “mi sembrerebbe davvero singolare” la rinascita di un asse giallo-verde su questo tema viste le posizioni di Conte: “Il governo gialloverde è esistito, ha fallito su tutta la linea ed è caduto dopo un anno, credo senza grandi rimpianti degli italiani”, conclude la ministra.
