Di fronte a una popolazione che sta invecchiando sempre di più, che nel 2050 sarà composta secondo l’Istat per il 33% da persone con più di 65 anni, l’Italia ha presentato a Genova, nell’ambito del G7 Salute che si è tenuto lo scorso 11 e 12 luglio, l’uso di robot in chirurgia ortopedica e il trapianto di cellule staminali infuse nella colonna vertebrale per preservare mobilità e autonomia degli anziani.
Si tratta di tecniche portate dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, rappresentato dal direttore dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia, Rocco Papalia: “Ci sono due grandi filoni che possono essere considerati importanti nel raggiungere l’obiettivo finale: uno è sicuramente la sostituzione protesica, l’altro è quello della rigenerazione tissutale”.
Nel corso del 2024 il Campus Bio-Medico ha avuto oltre 2.000 pazienti sottoposti a intervento chirurgico per l’impianto di protesi d’anca, ginocchio o spalla e più di 100 partecipanti alla sperimentazione del trapianto di staminali per la rigenerazione dei dischi intervertebrali. L’obiettivo è lo stesso, cioè curare le patologie dell’apparato muscolo-scheletrico dando una nuova prospettiva di vita al paziente.
“Riesce a tornare a fare delle attività anche ricreazionali -ha aggiunto Papalia – come lo sport e ad avere una vita attiva come l’aveva qualche anno prima. Per quanto riguarda la rigenerazione siamo partiti da animali di piccola taglia attivando adesso a sperimentazioni sull’uomo sia sulle cellule cartilaginee per la rigenerazione delle cartilagini soprattutto del ginocchio attraverso delle cellule che vengono prese dalla cartilagine nasale e vengono poi impiantate a livello dell’articolazione del ginocchio, sia per quanto riguarda la rigenerazione del disco intervertebrale dove i passi avanti sono stati molteplici”.
È la nuova frontiera della medicina rigenerativa, destinata a svolgere un ruolo sempre più vitale nel plasmare il futuro dell’ortopedia, sfruttando la naturale capacità del corpo di rigenerare i tessuti danneggiati. Quanto ai sistemi robotici consentono di personalizzare le operazioni chirurgiche con una precisione che per i pazienti anziani con deformità articolari dovute all’invecchiamento è in grado di fare la differenza.