“E’ un braccio di ferro fra Grillo e Casaleggio”: così a Montecitorio viene descritto lo stallo in corso nel Movimento 5 stelle, dopo il rinvio del voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau per decidere l’adesione o meno al governo Draghi. Nei gruppi di Camera e Senato, racconta un parlamentare, la maggioranza non vuole il pronunciamento degli iscritti. E non si fida della gestione affidata a Davide Casaleggio, da tempo in rotta di collisione con gli orientamenti “governisti” prevalenti a Roma: “Alla Camera è contraria al voto on line quasi la totalità dei deputati – dice la fonte stellata – almeno a giudicare dalle riunioni dei direttivi con i presidenti di commissione e i capigruppo in commissione. Al Senato un po’ meno ma è comunque una maggioranza, anche se non c’è stato un voto su questo punto. E adesso Grillo sta mettendo una toppa alla falla Casaleggio”.
Le fonti vicine all’erede del cofondatore Gianroberto Casaleggio si limitano a ricordare che la decisione sulle votazioni on line spetta al capo politico. “Ma il capo politico è subordinato al garante”, cioè a Grillo, sottolinea un parlamentare dell’area no Draghi che ha come riferimento principale Alessandro Di Battista. Possibile che un voto già deciso e annunciato pubblicamente venga poi sottratto agli iscritti? Il precedente c’è, ed è molto recente: la nuova assessora al Welfare della giunta regionale pugliese presieduta da Michele Emiliano è dei 5 stelle, si chiama Rosa Barone. Alle elezioni il M5S non si è presentato in alleanza col centrosinistra e la candidata presidente sconfitta, Antonella Laricchia, si era opposta strenuamente all’accordo ex post. Il voto su Rousseau degli iscritti pugliesi, ipotizzato e annunciato in un primo tempo, non si è mai realizzato e il M5S è al governo con Emiliano.
“Aspetterei quando Draghi farà le dichiarazioni che ha fatto a noi, in modo pubblico”, aveva detto ieri sera Grillo. Ma i vertici del M5S sono consapevoli del fatto che si tratta di una ipotesi campata in aria, della quale non si trova traccia nelle procedure costituzionali note al Quirinale: “Ci sembra difficile che parli in pubblico… non credo sia previsto, istituzionalmente”, taglia corto una fonte M5S di vertice. Tempi stretti, quindi, per la decisione: oggi alle 18 si chiude il calendario della consultazioni del presidente incaricato. In che modo, dunque, Draghi potrebbe dare un segnale per aiutare il Movimento a sciogliere la riserva e a dare il via comunque a una votazione on line, magari abbreviata nei tempi rispetto alle 24 ore che erano originariamente previste a partire dalle 13 di oggi? “Le vie del signore sono infinite…”, è la risposta all’insegna dell’ottimismo della volontà, o forse dell’immaginazione al potere, che arriva dai vertici stellati.