Lo Stato islamico vuole il figlio dell’esperto di bombe di bin Laden
WASHINGTON POST al-Masri: “L’Isis sta cercando di prendere il posto di al Qaida e lo vuole fare utilizzando me come trofeo”
È la Siria il paese in cui il conflitto tra al Qaida e il gruppo dello Stato islamico (Isis) prende forma. E Mohammed al-Masri (foto), il figlio del chimico fabbricatore di bombe per Osama bin Laden, rappresenta l’esempio di questo scontro, che è prima di tutto ideologico, ma anche generazionale. In una serie di interviste con il Washington Post, al-Masri, 35 anni, racconta la sua esperienza nel paese distrutto dalla guerra civile e nel quale si trova dal 2012, quando grazie al suo cognome riuscì a costruirsi una reputazione all’interno del network del terrore. “L’Isis sta cercando di prendere il posto di al Qaida e lo vuole fare utilizzando me come trofeo”, ha commentato al-Masri, il cui padre è stato ucciso nel 2008 da un drone americano. Il 35enne, che si è unito all’Isis nel 2013 (lasciando il Fronte al Nusra, la divisione di al Qaida in Siria), racconta come abbia negli anni cambiato idea e sia oggi disilluso.
“Il problema per me non è che tagliano le teste […] ma è il modo in cui governano”, ha detto ai due giornalisti del Washington Post. Quando si rifiutò di partecipare ad alcuni video di propaganda contro al Qaida o di prendere parte ad attacchi contro il gruppo di bin Laden finì in carcere, per poi essere liberato dai suoi ex compagni. Al-Masri nell’intervista ricostruisce la sua infanzia, gli incontri con bin Laden che descrive come una persona “molto rilassata, molto a modo e con i piedi per terra”. “Anche se sono contro l’Isis per il modo in cui tratta le persone, una delle ragioni per le quali sono diventati così potenti è l’Occidente”, incolpando le politiche americane in Medio Oriente.