La legge sullo Ius Soli torna ad agitare la maggioranza di governo. “Una cosa giusta fatta al momento sbagliato puo’ diventare una cosa sbagliata”, spiega il ministro degli Esteri e leader di Ap, Angelino Alfano, al termine della direzione nazionale del partito. Un provvedimento, ha aggiunto, che “puo’ anche diventare un regalo alla Lega”. Immediata la reazione del resto della maggioranza che non vuole rinunciare all’obiettivo di approvare la legge in questa legislatura. La linea del Partito democratico rimane quella dell’inseguire i numeri necessari al Senato per dare il via libera alla legge. Il portavoce della segreteria dem, Matteo Richetti, ribatte ad Alfano: “Non e’ vero che non e’ questo il momento propizio” per approvare la legge sulla cittadinanza: “E’ proprio questo il momento propizio, la maggioranza parlamentare e’ la maggioranza parlamentare, e chi ci sta, lo approvi insieme a noi”. La posizione del Pd, sottolinea ancora Richetti, “e’ nota. Lo Ius Soli e’ lo strumento per garantire integrazione e, su questo, noi non ci spostiamo di un millimetro”. Si tratta gia’ del secondo tentativo di accantonare la legge. La capigruppo del Senato convocata il 12 settembre, infatti, aveva fatto sparire lo Ius Soli dal calendario dei lavori di Palazzo Madama. Una scelta che il capogruppo dem aveva giustificato con i numeri che non consentivano di arrivare all’approvazione. E tutto cio’ a pochi giorni dalle dichiarazioni del senatore che prometteva il via libera entro la fine dell’autunno, anche ricorrendo alla fiducia.[irp]
Un dietrofront che ha prodotto una spaccatura nella maggioranza e dure prese di posizione all’interno dell’Esecutivo. A poche ore dalla capigruppo di Palazzo Madama, un convinto sostenitore della legge come il ministro Graziano Delrio, era intervenuto con parole che suonavano come un atto d’accusa nei confronti del suo stesso partito: la marcia indietro del Senato “e’ un atto di paura grave”, aveva detto Delrio. Parole che hanno portato lo stato maggiore del Pd, la sera stessa, a confermare che “la linea e’ quella del governo” e il vice segretario Maurizio Martina ad auspicare che si possa arrivare all’approvazione della legge in questa legislatura, anche ricorrendo – ha ribadito nel corso di un recente confronto alla Festa dell’Unita’ di Imola – al voto di fiducia. Il ricorso alla fiducia rappresenterebbe l’inizio di un braccio di ferro tra Pd ed Ap dagli esiti imprevedibili. Si va al Senato e ci si conta. Esercizio pericoloso, soprattutto per la tenuta del governo, visto che senza Ap, sono nulle – almeno sulla carta – le possibilita’ di trovare maggioranze alternative a quella di governo: tra le opposizioni, la sola Sinistra Italiana darebbe il via libera al progetto di legge. Contraria Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.[irp]
La posizione del Movimento 5 Stelle rimane una incognita, ma in pochi nel Partito democratico si sentono di poter fare affidamento sui grillini, viste anche le precedenti performance sulla legge elettorale. Nel partito di Renzi, pero’, sono in molti a ritenere che, messo davanti alla prospettiva di fare cadere il governo, Alfano e i suoi non andranno fino in fondo. Una teoria sposata anche dal leader di Campo Progressista, Giuliano Pisapia: “Il governo metta la fiducia e vedremo se Alfano se la sentira’ di porre fine alla legislatura”, aveva sottolineato l’ex sindaco di Milano alla Festa nazionale dell’Unita’. Se davvero lo Ius soli è una priorità, Pd e Ap devono metterlo nel programma elettorale, intanto scrive su Facebook Giorgia Meloni, presidente di Fdi. “Sullo ius soli la sinistra, Renzi e Alfano non raggirino la democrazia: se lo considerano la priorità dell’Italia abbiano il coraggio (e il buongusto) di metterlo come primo punto del loro programma alle elezioni politiche e chiedano su questo il voto ai cittadini. In questo modo gli italiani sapranno che se vorranno rendere la cittadinanza un automatismo potranno votare il Pd, se non sono d’accordo potranno votare per Fratelli d’Italia”.[irp]