“Dalle indagini non emergono elementi che ci facciano dire che i terroristi giungano in Italia sulle rotte del traffico dei migranti, ma non è da escludere che, vista la provenienza da certe zone a rischio radicalizzazione, nella massa enorme di persone che arrivano si nasconda qualcuno che possa compiere atti terroristici”. Lo ha detto il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, intervenendo alla presentazione del libro del ministro Alfano ‘Chi ha paura non è libero’. “L’importante è non generalizzare – ha spiegato il procuratore – perché la stragrande maggioranza di chi fugge, fugge per motivi umanitari”. Lo Voi, ribadendo quanto detto dalla Procura dopo un’inchiesta sul traffico dei migranti, ha confermato che a giorni, dalle analisi fatte, in Italia arriverà il milionesimo rifugiato del 2015. Ad oggi, dalle aree di guerra, sono arrivate nel nostro Paese 990.761 persone.
Il procuratore spiega che “nelle norme che si susseguono dal 2005 nel settore dell’antiterrorismo c’è la tendenza ad assimilare la prevenzione e la repressione giudiziaria e questo è un errore”. In altri termini, “ferma restando la competenza dell’autorità giudiziaria, quando un reato c’è già, il grosso nell’attività del settore riguarda la prevenzione”. Lo Voi ricorda anche la difficoltà di affrontare “un terrorismo che non è quello degli anni ’70”. “Abbiamo difficoltà nel fare emergere ipotesi di reato – precisa – per motivi religiosi e geopolitici ed è complicato ricondurre a unità queste forme di criminalità”. Il procuratore di Palermo ha anche evidenziato le difficoltà pratiche nelle indagini citando, ad esempio, “gli enormi problemi nel reperire gli interpreti che traducano le intercettazioni, visto che gli indagati, spesso, parlano lingue straniere”. “C’è anche un problema – conclude – di investimenti”.