Giorgia Meloni
“I nostri avversari sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che chi spera in divisioni sarà smentito”. Con queste parole la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta in collegamento alla Cpac di Washington, la Conservative Political Action Conference, rivolgendosi a un pubblico di conservatori americani e internazionali. Il suo discorso, carico di riferimenti identitari e richiami ai valori occidentali, ha sottolineato la necessità di un’Europa e di un Occidente uniti, capaci di difendere la propria eredità culturale e politica.
Meloni ha voluto rassicurare chi, dall’altra parte dell’Atlantico, potrebbe vedere l’Europa come “distante o addirittura perduta”. “Non lo è”, ha dichiarato con fermezza. “Sì, ci sono stati errori, priorità mal riposte, spesso per colpa di classi dirigenti e media mainstream che hanno importato e replicato nel vecchio continente modelli sbagliati. Ma io credo ancora nell’Occidente, non solo come spazio geografico, ma come civiltà”. Una civiltà, ha aggiunto, “nata dalla fusione tra filosofia greca, diritto romano e valori cristiani”, costruita e difesa nei secoli “con il genio, l’energia e i sacrifici di tanti”.
Per la premier italiana, parlare di Occidente significa parlare di un modo di intendere il mondo: “L’individuo al centro, la vita sacra, tutti gli uomini che nascono uguali e liberi, la legge uguale per tutti, la sovranità che appartiene al popolo e la libertà che viene prima di tutto”. Un’eredità di cui non ci si deve scusare, ha sottolineato, rivolgendo un appello diretto: “Dobbiamo dirlo forte e chiaro a chi attacca l’Occidente dall’esterno e a chi lo sabota dall’interno con la cultura dell’annullamento e l’ideologia del risveglio. Non ci vergogneremo mai di ciò che siamo. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla, perché senza un’identità radicata non potremo tornare grandi”. Nel mirino di Meloni anche la “sinistra radicale”, accusata di voler “cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, genere o ideologia”.
“Ma non ci divideremo”, ha promesso, “perché siamo forti solo quando siamo insieme. L’Occidente non può esistere senza l’America – pensando anche ai patrioti che lottano per la libertà in Centro e Sud America – ma non può esistere nemmeno senza l’Europa”. Un passaggio significativo del discorso è stato dedicato alla situazione internazionale, in particolare alla guerra in Ucraina. “La pace può essere costruita solo con il contributo di tutti”, ha detto Meloni, ricordando “gli ultimi tre anni in cui un popolo orgoglioso lotta per la propria libertà contro una brutale oppressione”. Un riferimento anche alla leadership americana: “Con Trump non vedremo mai più il disastro dell’Afghanistan di quattro anni fa”. Un endorsement implicito al presidente statunitense, con cui la premier sembra voler consolidare un’alleanza basata su valori condivisi.
Meloni ha poi chiuso con un messaggio di fiducia nella democrazia e nella lotta conservatrice: “Combattiamo per ciò in cui crediamo. Ci fidiamo delle persone, non le temiamo. A differenza delle élite globaliste, che pensano di dover educare i cittadini e imporre politiche non richieste, noi crediamo nella democrazia. Serviamo la gente, non la governiamo”. Un ringraziamento finale al Cpac, per aver costruito “una rete globale che dà voce a milioni di persone messe a tacere”, ha suggellato il suo intervento. “Non siamo soli”, ha concluso, rilanciando un appello all’unità dei conservatori di tutto il mondo.