Se vuole rilanciare la crescita, che e’ il suo principale problema, l’Italia deve investire di piu’ nelle infrastrutture e nell’istruzione e snellire l’amministrazione pubblica, rendendo il quadro normativo piu’ stabile. Questa la ricetta raccomandata dalla capo-economista Ocse, Laurence Boone, per la Penisola alle prese con un’economia in stagnazione e “un alto debito che la rende vulnerabile”. “Il primo problema dell’Italia e’ la crescita e la questione principale e’ come alzare il tasso di crescita e produttivita’”, ha detto Boone. “Per questo ci sono 3 punti – ha aggiunto.- I due importanti sono ancora una volta gli investimenti, quelli nelle infrastrutture per ridurre il divario tra le regioni, ma anche gli investimenti nell’istruzione ovunque e per tutti, anche per coloro che sono gia’ in eta’ di lavoro. Il terzo punto e’ ridurre e semplificare l’amministrazione e dare un quadro stabile a livello normativo, legale, fiscale e giudiziario”.
L’Ocse raccomanda anche di “ricalibrare” alcune misure come il Reddito di cittadinanza e moniti sulla dinamica dei conti pubblici. Ora l’ente parigino stima una crescita a zero quest’anno nella Penisola, a cui dovrebbe seguire un più 0,6 per cento nel 2020. Le cifre sono contenute nel capitolo sulla penisola dell’Economic Outlook e si raffrontano con quelle dello scorso 6 marzo, quando l’organizzazione parigina destò scalpore prevedendo una recessione dello 0,2 per cento sul 2019, mentre sul 2020 indicava un più 0,5 per cento. “La crescita a rilento dell’occupazione e l’aumento del tasso di risparmio stanno frenando i consumi – afferma l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – mentre la debolezza della domanda esterna e le tensioni commerciali internazionali stanno danneggiando le esportazioni”.
Nello studio, l’Ocse prevede che il tasso di disoccupazione risalga all’11,7 per cento quest’anno, dal 10,6 per cento del 2018, e poi al 12,3 per cento nel 2020. L’Ocse raccomanda all’Italia di “ricalibrare” il reddito di cittadinanza in maniera tale da incentivare il lavoro, così come di creare un sistema di benefici a favore dei lavoratori a basso reddito. Inoltre rileva come “il salario minimo di cui si discute, dovrà essere stabilito ad un livello che non danneggi l’occupazione regolare”. Più in generale, secondo l’Ocse “gli ampli aumenti della spesa sociale aiuteranno a ridurre la povertà. La spesa sociale – si legge – dovrebbe risultare equa a livello intergenerazionale, promuovendo al tempo stesso la crescita dell’occupazione, specialmente tra giovani e donne”.
E ancora. L’Ocse prevede aumenti di deficit e debito pubblico: il disavanzo di bilancio raggiungerà quest’anno il 2,4 per cento del Pil, dal 2,1 per cento del 2018, e nel 2020 salirà al 2,9 per cento. Cifre basate sull’ipotesi che “il governo attui solo metà del previsto aumento dell’Iva sul 2020 – precisa l’ente parigino – che vale circa l’1,3 per cento del Pil”. Sempre secondo l’Ocse il debito raggiungerà quest’anno il 134,1 per cento del Pil, dal 132,2 per cento del 2018, mentre nel 2020 toccherà il 135 per cento. “L’elevato rapporto debito-Pil lascia l’Italia vulnerabile ai cambiamenti sui tassi di interesse”, si legge. Secondo lo studio bisognerà “disegnare e poi attuare” una spending review con il prossimo bilancio: “contribuirebbe a liberare risorse per programmi pubblici e investimenti”. Infine, “migliorare l’osservanza volontaria delle regole sulle tasse e una vigorosa lotta all’evasione porterebbero a maggiore gettito che consentirebbe riduzioni delle aliquote fiscali”.