Gli studenti italiani non sanno leggere. Hanno minori capacita’ a comprendere un testo rispetto alla media dei Paesi Ocse, sono in linea con la media Ocse in matematica ma sono molto scarsi in scienze, dove hanno ottenuto un punteggio inferiore di ben 21 punti rispetto ai coetanei dei Paesi Ocse e di 13 punti rispetto alla precedente rilevazione in Italia. In cifre, solo il 5% degli studenti italiani raggiunge livelli di lettura “top”: la metà della media internazionale; uno studente su 5 non raggiunge il livello base di competenza in matematica; va peggio per le scienze: il punteggio medio italiano è al di sotto della media dei paesi Ocse di 21 punti.
E’ quanto emerge dall’indagine internazionale PISA 2018 (Programme for International Student Assessment), promossa dall’Ocse, con cadenza triennale, che ha come obiettivo principale rilevare le competenze degli studenti di 15 anni in Lettura, Matematica e Scienze. Il dominio principale, nel ciclo 2018, è stato Lettura. Per il ministro dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca Lorenzo Fioramonti, ”sono dati che ci preoccupano, non perche’ siano diversi da quelli di un anno fa ma perche’ sono molto peggio rispetto a quelli di 20 anni fa”. E il campanello d’allarme riguarda la lettura in cui gli studenti italiani appaiono dieci punti sotto la media degli altri Paesi, in particolare le scienze dove si assiste ad un ‘crollo’ verticale (468 contro 489). ”Questi dati – ha continuato Fioramonti – devono spingere a investire con ancora piu’ forza nella scuola cui dobbiamo tutti tornare a volere piu’ bene. Anche perche’ – ha concluso il ministro – certe problematiche come quelle legate all’apprendimento vanno affrontate subito per non pregiudicare il nostro futuro”.
COME SONO ANDATI GLI STUDENTI ITALIANI IN LETTURA – La “literacy” in lettura è definita in PISA come “la capacità degli studenti di comprendere, utilizzare, valutare, riflettere e impegnarsi con i testi per raggiungere i propri obiettivi, sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità e partecipare alla società”. Gli studenti italiani ottengono un punteggio di 476, inferiore alla media Ocse (487), collocandosi tra il 23° e il 29° posto tra i paesi Ocse. Il punteggio non si differenzia da quello di Svizzera, Lettonia, Ungheria, Lituania, Islanda e Israele. I divari territoriali sono molto ampi: gli studenti del Nord ottengono i risultati migliori, mentre i loro coetanei del Sud sono più in difficoltà. Si osservano differenze anche fra tipologie di scuola frequentate dagli studenti: i ragazzi dei Licei ottengono i risultati migliori (521), seguono quelli degli Istituti tecnici (458) e, infine, quelli degli Istituti professionali (395) e della Formazione professionale (404).
TREND IN LETTURA: COME SONO CAMBIATI I RISULTATI DEGLI STUDENTI ITALIANI NEL TEMPO – Le competenze in lettura dei quindicenni italiani restano stabili nel lungo periodo, anche se diminuiscono rispetto ad alcuni cicli PISA. Il punteggio in lettura del 2018 non si discosta in modo statisticamente significativo da quello dell’ultima rilevazione PISA, mentre si osserva un peggioramento rispetto al ciclo del 2000 (-11 punti) e a quello del 2009 (-10 punti), quando la lettura è stata ambito di rilevazione principale, ma anche rispetto al ciclo del 2012 (-13 punti). In tutte le tipologie di istruzione, ad eccezione della Formazione professionale2 , si osserva un decremento delle competenze in lettura rispetto al ciclo del 2000 (in media -26 punti) e rispetto a quello del 2009 (in media -20 punti).
I LIVELLI DI RENDIMENTO: COSA SANNO FARE GLI STUDENTI ITALIANI IN LETTURA – A livello medio Ocse, circa il 77% degli studenti raggiunge almeno il livello 2, considerato il livello minimo di competenza in lettura. L’Italia presenta una percentuale di studenti che raggiunge almeno il livello minimo di competenza in lettura analoga alla percentuale media internazionale. A questo livello, gli studenti iniziano a dimostrare la capacità di utilizzare le loro abilità di lettura per acquisire conoscenze e risolvere una vasta gamma di problemi pratici. Gli studenti che non raggiungono il livello 2 (low performer) spesso hanno difficoltà a confrontarsi con materiale a loro non familiare o di una certa lunghezza e complessità. Di solito, hanno bisogno di essere sollecitati con spunti o istruzioni prima di potersi impegnare con un testo. Se ci concentriamo sui livelli più elevati della scala, quelli che permettono di definire uno studente top performer (i livelli 5 e 6), il 5% degli studenti italiani raggiunge questi livelli. A livello medio internazionale tale percentuale è di circa il 9%. Le percentuali osservate di studenti top e low performer confermano le differenze territoriali e fra tipologia di istruzione evidenziate dal punteggio medio. Gli studenti del Nord e del Centro in misura maggiore dei loro coetanei del Sud dimostrano di saper risolvere compiti più complessi, mentre le aree del Sud si caratterizzano per una presenza maggiore di studenti low performer. Divari ancora più ampi si osservano tra le diverse tipologie di istruzione.
PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA IN LETTURA – PISA individua tre sotto-scale relative ai processi: Individuare informazioni, Comprendere, Valutare e riflettere; e due sotto-scale che riguardano la struttura del testo, articolata in fonte singola o fonte multipla. Gli studenti italiani sono più bravi nei processi di comprensione (478) e di valutazione e riflessione (482) piuttosto che nell’individuare informazioni (470). Per quanto riguarda invece le sotto-scale relative alla fonte, gli studenti italiani ottengono risultati più elevati nei testi multipli (481) piuttosto che in quelli singoli (474). All’interno delle diverse aree geografiche e dei vari tipi di scuola, le differenze tra le sotto-scale non risultano significative.
DIFFERENZE DI GENERE: LE RAGAZZE AL TOP – In Italia, in lettura, le ragazze superano i ragazzi di 25 punti e tra i low performer (sotto il livello 2), ci sono più ragazzi che ragazze. Tra i top performer (livelli 5 e 6) le ragazze sono presenti in misura maggiore. Il vantaggio delle ragazze è confermato anche da una presenza maggiore di ragazzi che non raggiungono il livello minimo di competenza: circa il 28% dei ragazzi italiani è low performer, mentre le ragazze che dimostrano di non possedere le competenze minime di lettura sono circa il 19%. Le ragazze vanno meglio dei ragazzi in tutte le macro-aree geografiche del nostro paese, con differenze di punteggio che vanno dai 19 punti del Nord Ovest ai 35 del Sud Isole. Queste differenze sembrano dovute a una maggiore presenza di ragazzi low performer rispetto alle ragazze.
MATEMATICA – Gli studenti italiani hanno ottenuto un punteggio medio nelle prove PISA di matematica in linea con la media dei paesi Ocse (Italia 487 vs Ocse 489). Il nostro punteggio medio è risultato simile a quello di Portogallo, Australia, Federazione Russa, Repubblica Slovacca, Lussemburgo, Spagna, Georgia, Ungheria e Stati Uniti. Circa il 24% dei nostri studenti quindicenni non ha raggiunto il Livello 2, livello base di competenza in matematica (media Ocse 22%), mentre circa il 10% si colloca nei livelli di eccellenza 5 e 6 (media Ocse 11%). Gli studenti del Nord Est, con un punteggio di 515, e quelli del Nord Ovest, con 514, ottengono risultati migliori in literacy matematica rispetto agli studenti del Centro (494), del Sud (458) e del Sud Isole (445). Gli studenti liceali (522 punti) ottengono risultati superiori a quelli degli studenti degli Istituti tecnici (482), degli Istituti professionali (405) e della Formazione professionale (423).
SCIENZE – Gli studenti italiani hanno ottenuto un punteggio medio nelle prove PISA di scienze al di sotto della media dei paesi Ocse (Italia 468 vs Ocse 489). L’Italia si colloca in linea con i paesi Ocse Turchia, Slovacchia e Israele e, tra i paesi partner, Croazia, Bielorussia, Ucraina. In media nei paesi Ocse, il 78% degli studenti ha raggiunto almeno il livello 2, mentre il 6,8% degli studenti ha ottenuto i risultati migliori nel campo delle scienze. In Italia, 3 studenti su 4 dimostrano di possedere almeno il livello base di competenza scientifica (livello 2) e il 2,7% degli studenti è top performer (Livelli 5 e 6).