Nel frattempo pero’ i guerriglieri dell’Isis hanno altresi’ escogitato un diversivo che, sul breve-medio periodo, rischia di risultare persino piu’ distruttivo dei combattimenti: con l’intento di ostacolare il nemico, gia’ due giorni fa hanno fatto saltare in aria un impianto chimico per il trattamento dello zolfo estratto dal giacimento di al-Mishraq, villaggio situato 55 chilometri a sud di Mosul, e l’adiacente deposito dei prodotti derivati. Si e’ cosi’ sviluppato un enorme incendio, per estinguere il quale sul posto sono state inviate una decina di squadre di vigili del fuoco: cio’ non e’ tuttavia bastato a impedire che sull’intera zona si propagassero vapori tossici che hanno presto raggiunto diversi centri abitati e persino al-Qayyarah, 25 chilometri piu’ a nord, sede tra l’altro di una base aerea che costituisce una delle principali teste di ponte dell’operazione di riconquista. Secondo il generale Qusay Hamid Kadhem, portavoce delle unita’ speciali di stanza nell’installazione, si registrano gia’ due morti tra la popolazione mentre per il sindaco della cittadina, Saleh al-Jabouri, le persone rimaste intossicate dalla nube velenosa ammontano a oltre cento, otto tra le quali versano in gravi condizioni e sono state trasferite d’urgenza in ospedale a Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan. Una potenziale “catastrofe umanitaria”, l’ha definita un responsabile locale della Protezione Civile, Jairi Awad al-Khafaye.
“Al-Qayyarah e’ completamente contaminata”, ha avvertito Jabouri, denunciando come i jihadisti abbiano via via appiccato le fiamme anche ai pozzi petroliferi circostanti, dai quali a loro volta fuoriesce una densa coltre di fumo destinata a ostacolare i bombardamenti aerei di copertura della coalizione internazionale guidata dagli Usa. L’aria avvelenata sta interferendo pesantemente con l’intera pianificazione dell’attacco, che ha in effetti subito un rallentamento. “E’ chiaro”, ha ammesso il generale Khadem, “tutto questo sta incidendo sui progressi previsti”. Quanto al capoluogo, i seguaci di Abu Bakr al-Baghdadi hanno ritorto sugli abitanti inermi la loro furia: non meno di 284 tra uomini adulti e ragazzi sono stati sequestrati e giustiziati, i loro corpi gettati nelle fosse comuni ricoperte poi di terra con i bulldozer. Rastrellamenti nelle localita’ circostanti hanno inoltre portato alla cattura di ben 550 nuclei familiari, i cui componenti gli estremisti intendono sfruttare quali scudi umani. Infine, seconda vittima in due giorni tra gli operatori dell’informazione: se ieri un giornalista di un’emittente televisiva turcomanna era stato assassinato a Kirkuk da un cecchino jihadista, oggi sorte analoga e’ toccata a un giovane cameraman che stava riprendendo gli scontri nel villaggio di al-Shoura, periferia sud di Mosul.