Logistica, l’inefficienza pesa 42 miliardi di euro anno su Pil

L’inefficienza del sistema della logistica in generale e del trasporto merci pesa all’Italia circa 42 miliardi di euro all’anno sul Pil. Lo ha calcolato il Centro studi di Confcommercio in una ricerca presentata al Forum internazionale Conftrasporto. In pratica la ricerca evidenzia il fatto che se l’Italia nel 2014 avesse avuto un sistema della logistica, misurato in base ad un apposito indice, pari a quello della Germania, avrebbe avuto 42 miliardi in più in termini di Pil, ovvero una percentuale aggiuntiva del 2,8%. In pratica sarebbe come una tassa occulta di 700 euro a persona. Il rapporto, realizzato dal centro studi di Confcommercio in collaborazione con Isfort, parte dal fatto che l’inefficienza della logistica e del sistema dei trasporti è originata da tre tesi: l’inadeguatezza infrastrutturale, la scarsa accessibilità materiale e digitale e la mancanza di un’efficace politica della logistica. In particolare, se guardiamo alla competitività delle infrastrutture di trasporto, notiamo che l’Italia, rispetto agli altri paesi europei, si posiziona al 15esimo posto nelle ferrovie, al 17esimo nel trasporto su strada, al 19esimo posto nel sistema portuale e addirittura al 21esimo posto in quello aeroportuale.

Anche la burocrazia ha un impatto rilevante sul nostro sistema: se in Italia i giorni medi necessari per le operazioni di export/import di merci nei porti sono 18,5, questi scendono a 9,5 in Spagna, 8,5 in Belgio, 8,1 in Germania e 6,5 in Olanda. In particolare, un peso preponderante è costiuito dalla documentazionee necessaria che nel nostro paese si porta via 10,5 giorni. Tutto ciò ha riflessi diretti sull’inefficienza logistica: difatti dal 2002 al 2013 il porto di Genova è cresciuto del 3,1% e quello di La Spezia del 54,7%, i loro diretti concorrenti spagnoli hanno mostrato incrementi del 137,6% per Valencia e del 51,2% per Barcellona. E ovviamente anche per il sistema della logistica e del trasporti su merci la diseguaglianza infrastrutturale tra Nord e Sud è macroscopica: se infatti il Piemonte presenta un grado di acceessibilità di circa il 70% e quello della Lombardia che segue a breve distanza, le regioni del Mezzogiorno si mostrano tutte al di sotto della media paese, con Calabria e Basilicata prossime al 40% e la Sardegna addirittura più prossima al 30% di accessibilità. Quindi il rapporto calcola che, se l’Italia avesse un indice Lpi (Logistic performance index) pari a quello della Germania, nello scorso anno, avrebbe avuto 42 miliardi di euro in più sul Pil, ovvero un +2,8%, che si è tradotto ragionando in termini di mancata crescita in una “tassa occulta” di 700 euro per ogni italiano.

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