E’ stata approvata a larga maggioranza la legge elettorale regionale della Lombardia. Su 70 votanti sono stati 61 i si’ e 8 gli astenuti, con un solo contrario. Hanno votato positivamente tutti i gruppi della maggioranza, Patto Civico, e “con convinzione” anche il Partito democratico che ha portato a casa la doppia preferenza di genere. Hanno votato si’ anche i rappresentanti Onorio Rosati (area a sinistra del Pd) e di Insieme, e la Lista Maroni Presidente. Seguendo la norma statale sulle cosiddette “quote rosa”, grazie a questa modifica l’elettore potra’ esprimere fino a due voti di preferenza per candidati compresi nella stessa lista: qualora scelga di scrivere due nomi, questi dovranno riferirsi a candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. Proprio su questo punto si e’ concentrato il dibattito in aula. “Con il voto di oggi – ha dichiarato il relatore Carlo Malvezzi – introduciamo la possibilita’ della doppia preferenza di genere e garantiamo, nell’alternanza uomo donna, un numero pari di candidati nelle liste provinciali, valorizzando il talento delle donne anche in politica, migliorando la disposizione della legge e prevedendo una quota del 50% di donne in ogni lista”.[irp]
Le liste provinciali, inoltre, dovranno essere composte seguendo l’ordine dell’alternanza di genere e garantendo in tal modo l’effettiva parita’ nelle candidature.Pur dichiarandosi “non particolarmente affezionati alla doppia preferenza” hanno visto di buon occhio l’approvazione anche i consiglieri della Lega, che si sono espressi tramite il capogruppo Massimilano Romeo. Astenuti i 5Stelle, in risposta al respingimento del loro emendamento che contemplava di dimezzare il numero delle firme necessario per presentare le liste, in modo da fare spazio a “realta’ nuove e piu’ piccole”: “Un numero di firme cosi’ alto e’ una barriera all’ingresso” ha denunciato il grillino Dario Violi. Su questo ha ribattuto la Lega, facendo presente che “in Lombardia sono previsti 6 mesi per raccoglierle, mentre per le elezioni nazionali solo un mese”. L’Aula ha respinto anche gli emendamenti presentati dal M5Stelle che prevedevano la convocazione di un eventuale turno di ballottaggio 15 giorni dopo il voto qualora nessuno dei candidati avesse superato il 50% dei voti o in alternativa il 40%.Voto contrario era stato gia’ annunciato da Maria Teresa Baldini, del gruppo misto. Durante la votazione era presente in aula il governatore Roberto Maroni.[irp]