Ultime ore d’attesa in vista della ‘sfida a 7′ che incoronera’ il nuovo ‘governatore’ della Regione Lombardia. Sono oltre 7,8 milioni gli elettori chiamati a scegliere, domenica dalle 7 alle 23, il successore di Roberto Maroni. Dopo la rinuncia dell’esponente leghista a correre per un secondo mandato, i candidati alla presidenza sono Attilio Fontana per il centrodestra, Giorgio Gori per il centrosinistra, Dario Violi (M5s), Onorio Rosati (Liberi e uguali), Massimo Gatti (Sinistra per la Lombardia), Giulio Arrighini (Grande Nord) e Angela De Rosa (Casapound). Sono 1556 i candidati che concorrono per i 78 seggi di consigliere regionale (due seggi andranno al presidente eletto e a quello che prendera’ piu’ voti tra i candidati alla presidenza perdenti). Diciannove le liste a sostegno dei candidati alla presidenza: sull’appoggio di sette liste possono contare sia Fontana che Gori, mentre gli altri cinque candidati sono sostenuti da una sola lista. Fontana e’ appoggiato dal suo partito, la Lega, oltre che da Forza Italia, Fratelli d’Italia, i centristi di ‘Noi con la Lombardia’, ‘Energie per la Lombardia’ di Stefano Parisi, Pensionati, e la lista civica ‘Fontana presidente’ (presente solo in sette province su 12). Gori e’ appoggiato da Pd, lista ‘Gori presidente’, ‘Obiettivo Lombardia per le autonomie’, gli ‘ulivisti’ di ‘Insieme’, ‘Lombardia progressista’ (lista vicino a Giuliano Pisapia), ‘Piu’ Europa con Emma Bonino’ (presente tutte le province tranne Mantova e Lodi) e ‘Civica popolare’, fondata da Beatrice Lorenzin.
VOTO DISGIUNTO E DOPPIA PREFERENZA DI GENERE: La votazione avviene su un’unica scheda di colore verde. E’ previsto il voto disgiunto. Ciascun elettore puo’, a scelta: votare solo per il candidato presidente; per un candidato alla presidenza e per una delle liste a esso collegate (tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste); per un candidato governatore e per una delle altre liste a esso non collegate (tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste: il cosiddetto ‘voto disgiunto’); o, infine, votare a favore solo di una lista (in tale caso il voto si intende espresso anche a favore del candidato presidente a essa collegato). L’elettore puo’ inoltre esprimere fino a due voti di preferenza. In questo caso devono riguardare candidati di sesso diverso e della medesima lista. In caso contrario la seconda preferenza e’ annullata.
PREMIO MAGGIORANZA E SOGLIA SBARRAMENTO: La legge elettorale lombarda e’ formulata secondo un sistema proporzionale con premio di maggioranza. E’ proclamato eletto presidente della Regione il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi. Diversamente dall’elezione dei sindaci, non e’ previsto un secondo turno con ballottaggio. I 79 consiglieri, oltre al presidente, sono eletti con criterio proporzionale sulla base di liste provinciali concorrenti, con l’applicazione di un premio di maggioranza: il candidato alla presidenza con il maggior numero di voti ottiene 44 seggi (il 55%) per le liste a lui collegate, che salgono a 48 (il 60%) se ottiene almeno il 40 per cento dei voti. Un seggio e’ riservato al miglior perdente tra i candidati alla presidenza, mentre e’ stato abolito il cosiddetto ‘listino bloccato’. Ogni lista, per essere ammessa, deve essere presente in almeno 5 province diverse. La soglia di sbarramento per ogni singola lista e’ fissato al 3% su base regionale, a meno che il candidato alla presidenza collegato non abbia ottenuto almeno il 5% dei voti. La ripartizione dei seggi avviene su base provinciale. Ciascuna delle 12 province lombarde riceve un numero di seggi che varia, in ragione della popolazione, da uno per la provincia di Sondrio (che ha circa 180 mila abitanti) a 25 per la provincia di Milano (che ha 3,2 milioni di abitanti).
LISTE E PROVINCE Le 19 liste sono tutte presenti nelle circoscrizioni provinciali di Bergamo, Brescia, Milano, Monza Brianza e Varese; 18 liste sono presenti nella circoscrizione di Como, 17 in quelle di Cremona e Lecco. A Mantova, Pavia e Sondrio gli elettori troveranno sulla scheda 16 liste, mentre a Lodi sono in corsa 15 liste. Ogni lista provinciale e’ presente in almeno 5 province diverse e contiene un numero pari di candidature di genere (uomini e donne candidati sono presenti in numero uguale in ciascuna lista): per le circoscrizioni provinciali di Lodi e Sondrio, le liste sono composte da due soli candidati, uno uomo e una donna. La provincia con il maggior numero di candidati e’ Milano con 470, in competizione tra loro per 25 seggi disponibili; seguono Bergamo con 188 (per 9 seggi) e Brescia con 184 (per 10 seggi). Nella circoscrizione di Monza Brianza cercheranno di aggiudicarsi uno dei 7 seggi disponibili ben 150 candidati, mentre a Varese per lo stesso numero di seggi i candidati sono 144. In corsa 102 candidati a Como per 5 seggi; in 62 a Pavia si contendono 4 seggi; 68 candidati a Lecco, 64 a Mantova e 62 a Cremona competono tra loro per i 3 seggi assegnati a ciascuna delle tre circoscrizioni provinciali; infine a Lodi sono 30 i candidati per 2 seggi disponibili e a Sondrio 32 per un solo seggio.
INCOMPATIBILITA’ Nella penultima seduta della decima legislatura, il 16 gennaio, il Consiglio regionale ha approvato una legge che stabilisce l’incompatibilita’ tra la carica di assessore e quella di consigliere regionale. L’incompatibilita’ fra i due ruoli, che vale anche per il vice presidente della giunta, prevede che il consigliere regionale nominato assessore sia sospeso dalla carica di consigliere per la durata dell’incarico. Il Consiglio provvede nella prima seduta dopo la nomina alla sua sostituzione temporanea, affidando la supplenza al primo dei non eletti della lista cui appartiene l’eletto divenuto assessore. Tale incompatibilita’ non ha valore e non si applica ai sottosegretari. Restano le altre incompatibilita’ fissate per legge, come, per esempio, quelle tra la carica di consigliere regionale e quelle di parlamentare, membro del governo nazionale, e sindaco o assessore comunale. Nel caso in cui Gori non vincesse le regionali ma risultasse il piu’ votato tra i candidati perdenti, dovrebbe quindi optare tra la carica di sindaco di Bergamo e quella di consigliere regionale.
COSA SUCCEDE DOPO LE ELEZIONI I consiglieri regionali entrano nell’esercizio delle loro funzioni all’atto della proclamazione ufficiale che spetta all’ufficio elettorale. Il presidente della Regione, entro 10 giorni dalla sua proclamazione, nomina i componenti della giunta, tra i quali il vice presidente. Entro i 15 giorni successivi alla formazione della giunta, il presidente illustra al Consiglio regionale il programma di governo per la legislatura e deposita formalmente il testo. Il Consiglio regionale tiene la prima seduta non prima di 10 giorni e non oltre 15 giorni dopo la proclamazione di tutti gli eletti, su convocazione del presidente del Consiglio uscente o, in sua mancanza, del vice presidente piu’ anziano di eta’. In caso di inosservanza dei termini previsti per legge, in ogni caso il Consiglio si riunisce di diritto il ventesimo giorno non festivo successivo alla proclamazione di tutti gli eletti. In occasione della precedente consultazione elettorale regionale del 24 febbraio 2013, il Consiglio regionale della Lombardia si era insediato mercoledi’ 27 marzo. In occasione delle elezioni regionali del 2000 e del 2005, dal giorno della votazione al giorno dell’insediamento passarono circa 3 mesi, nel 2010 invece l’intervallo fu di 44 giorni. L’ufficio di presidenza e’ eletto dal Consiglio regionale nella prima seduta. Risulta eletto presidente il consigliere che nelle prime tre votazioni consegue la maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio; dalla quarta votazione e’ sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti. Dopo essere stato proclamato e comunque entro la prima seduta di Consiglio, ciascun consigliere regionale deve dichiarare per iscritto al presidente del Consiglio uscente il gruppo consiliare del quale intende far parte. I gruppi consiliari per essere costituiti devono essere composti da almeno tre consiglieri. Tuttavia, all’inizio della legislatura e nella sua prima costituzione, un gruppo puo’ essere composto da un numero di consiglieri inferiore, purche’ la loro elezione sia avvenuta in una lista provinciale partecipante alle elezioni regionali e a cui il gruppo fa espressamente riferimento. Ogni gruppo entro la prima seduta nomina il proprio presidente. L’ufficio di presidenza verifica la regolare costituzione dei gruppi entro i 5 giorni successivi alla prima seduta di Consiglio. Il numero delle commissioni consiliari e le rispettive competenze sono stabiliti dal Consiglio regionale all’inizio della legislatura, su proposta dell’ufficio di presidenza, sentita la conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari. Ogni consigliere fa parte di almeno una commissione o di altro organo del Consiglio.
SALA STAMPA PIRELLONE Sara’ Palazzo Pirelli il punto di raccolta dati e di riferimento per i giornalisti e per il mondo poltico-istituzionale della Lombardia. La struttura stampa del Consiglio regionale, in collaborazione con Lombardia Notizie, l’agenzia di stampa della giunta regionale, allestira’ la sala stampa per consentire di seguire in tempo reale lo scrutinio regionale e incontrare i candidati alla presidenza della Regione e i componenti presenti nelle varie liste elettorali. Uno spazio di confronto, analisi e dibattito aperto anche a sindacati, associazioni di categoria e rappresentanti del mondo economico e produttivo. La sala stampa si trovera’ al primo piano del Pirellone, con ingresso da via Fabio Filzi 22. Sara’ aperta alle 12 di lunedi’ sino a conclusione delle operazioni di scrutinio, il cui inizio e’ previsto alle 14. A partire da domenica pomeriggio (con il primo dato sull’affluenza) sara’ online il sito www.elezioni2018.regione.lombardia.it.