L’onda Sì Tav “per ridisegnare il futuro”. Trentamila in piazza contro “no” dell’Appendino

Per l’ex ministro Gelmini è un avviso di sfratto anche per il governo gialloverde video

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La prima manifestazione Sì Tav a Torino riempie piazza Castello con trentamila persone, una marea di industriali e professionisti, ma anche semplici cittadini e fette di sindacato a favore della Torino-Lione bocciata dai cinquestelle e dalla Giunta Appendino.

Una mobilitazione partita con il solo tam tam sui social. A immagine del Romadicebasta della capitale, è partita da sette donne, sette professioniste, bollate come “madamin da salotto” da una delle consigliere dei Cinquestelle. Loro ci tengono a dire, siamo cittadine come gli altri. Adele Olivero e Patrizia Ghiazza spiegano: “Ce l’aspettavamo, sono partiti anche da fuori Piemonte per essere qua, ci credevamo veramente”. “Sono le ragioni del dire sì: desidero l’alta velocità, desidero una città che cresce, una città che si sviluppa, desidero investire su delle connessioni che non siano solo locali e a bassa velocità”.[irp]

Vietate le bandiere dei partiti politici e di qualsiasi organizzazione. Si canta l’inno di Mameli e le uniche bandiere sono quelle del tricolore, dell’Europa e dei cinque cerchi dell’Olimpiade, davanti ad un enorme palco montato su un tir. I cartelli in piazza dicono “Sì Tav, sì lavoro”. L’entusiasmo del commissario straordinario di governo per la Torino-Lione, Paolo Foietta, secondo cui è la piazza della maggioranza silenziosa: “C’era una minoranza rumorosa che pensava di parlare a nome di tutti. Sono stati smentiti dai fatti. C’è bisogno che prendano atto di questa manifestazione”.

La gente è stufa di sentire dire no a tutto dice Giorgio Marsiaj, patron della Sabelt e presidente dell’Unione Industriale: “La Tav aiuta la competitività delle nostre aziende. Questo va contro gli interessi del paese e del territorio che già soffre più di altri”. Torino si è incamminata su una strada pericolosa secondo l’ex sindaco, Valentino Castellani: “Diciamo pure la parola, di declino. Manca una visione, una capacità di progetti per il futuro”.[irp]

Un avviso di sfratto anche per il governo secondo l’ex ministro Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera di Forza Italia: “Credo che dobbiamo dire grazie a Torino e a questa piazza che ha avuto il coraggio di pronunciare dei sì dopo i troppi no del governo. Siamo qua senza simboli di partito rispettando la natura civica di questa manifestazione, però la politica ha anche il dovere di ascoltare”.