L’ong Sea Watch: “I migranti a bordo rifiutano cibo”. Ministro maltese: pressing Italia e Malta su Ue

L’ong Sea Watch: “I migranti a bordo rifiutano cibo”. Ministro maltese: pressing Italia e Malta su Ue
7 gennaio 2019

Alcuni dei 49 migranti a bordo da quasi tre settimane della nave dell’ong Sea Watch hanno smesso di mangiare, mentre altri vengono curati per disidratazione. Lo ha detto il capitano della nave Sea Watch 3, Kim Heaton-Heather. Contattato via radio da La Valletta durante una conferenza stampa tenuta dall’ong tedesca, il capitano ha denunciato come la situazione si faccia sempre più difficile con a bordo i 49 migranti da 17 giorni.

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La stessa Ong tedesca in un tweet ha ribadito il timore che “il loro stato psicologico e di salute possa peggiorare sensibilmente”. “A bordo di SeaWatch stiamo registrando episodi di persone che rifiutano il cibo – scrive l’organizzazione non governativa – Non possiamo credere che tutto questo stia accadendo a poche miglia dalle coste europee”.

Interviene anche il ministro del Turismo di Malta, Konrad Mizzi, secondo il quale, “Malta e l’Italia sono paesi di frontiera nel problema dell’immigrazione, abbiamo obiettivi comuni ed e’ molto importante che continuiamo a mettere piu’ pressione sull’Unione Europea cosi’ che piu’ paesi membri possano aiutare Italia e Malta”. “Penso- ha aggiunto Mizzi – che noi siamo insieme in questa battaglia contro i trafficanti che sfruttano questa povera gente che sta soffrendo molto, la nostra guerra e’ contro i trafficanti. L’Italia e Malta sono alleati in questo dibattito politico con la Commissione Europea”.

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Anche il medico di bordo, Frank Dorner, ha detto ieri in un video postato su Twitter che “la situazione sta diventando sempre più instabile, con il livello di stress che aumenta ogni giorno” in persone già “traumatizzate”: “L’incertezza sta creando ulteriore stress unito alle cattive condizioni meteo che aumentano i problemi che le persone stanno affrontando”. E sempre ieri Papa Francesco ha lanciato un “accorato appello ai leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di 49 persone che da parecchi giorni sono a bordo di due navi nel Mediterraneo”, offrendo un porto sicuro per lo sbarco.

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