Concluso interrogatorio mamma di Loris. Veronica verso il carcere di Catania
Con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere, la signora Panarello è in stato di fermo dopo oltre sei ore di interrogatorio presso la Procura di Ragusa.
di Enzo Marino
Si e’ concluso dopo cinque ore in questura a Ragusa, l’interrogatorio di Veronica Panarello, la mamma di Loris Stival, il bimbo ucciso sabato 29 novembre a Santa Croce Camerina. La donna, in stato di fermo da ieri sera, è accusata di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Ad ascoltare la signora, che già ieri è stata sentita in Procura, sono stati il procuratore capo di Ragusa Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota. Esperti della Polizia Scientifica preleveranno Dna di Veronica per fare dei confronti comparativi. Poi, la donna, sarà trasferita nel carcere di Piazza Lanza a Catania.
Dunque, con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere, Veronica Panarello (foto) è stata fermata dopo oltre sei ore di interrogatorio presso la Procura di Ragusa. Non ha confessato, tuttavia, di avere ucciso il figlio Loris di 8 anni morto strangolato con una fascetta di plastica lo scorso 29 novembre tra le 9 e le 10.30. Per gli investigatori, Veronica avrebbe agito da sola. Dunque, si avvia verso una svolta, l’omicidio del giovane Andrea. La giovane mamma, 25 anni, che finora era stata ascoltata dagli inquirenti ben tre volte in questura, ieri alle 17.30 circa, per la prima volta, assieme al marito Davide, 30 anni, ha varcato la soglia della Procura di Ragusa in qualità di persona informata sui fatti. L’interrogatorio in Procura, già da subito aveva lasciato presagire un provvedimento di fermo. E così è andata. “Nulla di nuovo rispetto a prima”, aveva detto il legale della famiglia, Frascesco Villardita, non appena Veronica è stata accompagnata in Procura.
Sembrerebbe che la convocazione da parte degli inquirenti dei genitori del bimbo Loris, sia frutto degli esiti degli esami di laboratorio sui frammenti di pelle trovati sotto le unghie dello stesso piccolo Andrea e altri indizi trovati in casa Stival. “Se e’ stata mia moglie, mi cade il mondo addosso”, avrebbe detto Davide Stival nei corridoi della Procura di Ragusa. Una sorta di tragico presentimento, esternazione del padre del piccolo Davide, proprio mentre sua moglie era ‘sotto torchio’. Tanti gli interrogativi a cui Veronica dovrà dare risposta. Come quello, ad esempio, di aver detto che la mattina del 29 novembre Andrea è andato a scuola quando invece una telecamera riprende il piccolo tornare a casa. Perché ha detto di essere arrivata con l’auto nei pressi della scuola ‘Falcone e Borsellino’- dove Loris frequentava la terza elementare – quando invece ben 4 telecamere non ‘vedono’ la Polo nera passare nell’orario indicato. E ancora: cosa sia successo in quei 36 minuti in cui è rimasta sola con Loris nel suo appartamento di via Garibaldi a Santa Croce di Camerina, dopo aver accompagnato all’asilo l’altro figlio di 4 anni. Per non parlare di cosa ha fatto nei 6 minuti che ha ‘perso’ nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio, luogo del ritrovamento del corpo senza vita di Andrea. Ancora mistero, invece, sullo zainetto di Loris di cui finora non c’è traccia.
Tanti interrogativi ma poche certezze. A dieci giorni dal tragico evento c’è solo una verità: Andrea è morto strangolato con una fascetta di plastica. Fascette simili a quelle usate per tenere il cartello ‘Vendesi’ esposto sul balcone dell’appartamento in cui abitava lo stesso Loris e simili a quelle che Veronica ha consegnato alle maestre che sono andate a trovarla per farle le condoglianze (“Loris mi aveva detto che servivano per i lavoretti di scienze”, ma queste avevano smentito). Sul fronte della indagini, c’è anche da registrare l’unico iscritto sul registro degli indagati ‘per atto dovuto’. Si tratta di Orazio Fidone, il cacciatore che alle 17 circa del 29 novembre ha trovato il corpo del piccolo, senza slip e con i pantaloni slacciati in un canalone in zona Mulino Vecchio a poco più di 2 chilometri da Santa Croce di Camerina. “Io ho le spalle larghe e sono pronto ad affrontare tutto, se serve a fare luce sulla tragica morte del bambino, ma lasciate in pace la mia famiglia”, ripete da giorni l’ex dipendente dell’Enel. Si susseguono voci di ora in ora. Prima del provvedimento di fermo, si parlava di almeno due colpevoli dell’omicidio. Persone che si sarebbero coperti a vicenda dopo aver strangolato il bambino. Rimane comunque la pista della pedofilia.
“Ritengo opportuno non fare commenti – osserva il sindaco di Santa Croce di Camerina Franca Iurato – e comunque andranno le cose sarà una brutta storia”. E, intanto, da Ragusa il vescovo, Paolo Urso, invita a “pregare per un bambino, che si chiama Loris, e che noi affidiamo alla Vergine”.
Aggiornato 17:05